Ancora tantissimi i tedeschi, alberghi e campeggi pieni. E Gardaland continua a richiamare flotte di visitatori.
Garda A metà ottobre il Lago di Garda pullula di turisti, con i 20/22 gradi di questi giorni che hanno portato in spiaggia molte persone a prendere l’ultimo sole e qualcuno a farsi pure l’ultimo bagno. Questo, però, dovrebbe essere l’ultimo weekend di pienone, con le strutture ricettive che volgono in maggior parte verso la chiusura. Campeggi ed alberghi sono andati ben oltre le aperture del consueto fine stagione, che normalmente si consacra con la festa dell’uva a Bardolino. I campeggi sono rimasti aperti per almeno due settimane in più, con il camping «La Rocca», (sul confine tra Bardolino e Garda) che allungherà l’apertura persino fino al 6 novembre. Del resto, i turisti tedeschi, ma non solo, sono ancora molti, attirati dalle tante manifestazioni enogastronomiche di questi giorni. Vedi a Lazise, dove ap si è allestito il mercatino d’autunno di questo weekend. Ma anche Gardaland continua a richiamare masse di visitatori, con inevitabile ripercussione viabilistica dell’intera zona del basso lago. Per attraversare il territorio di Peschiera, le colonne chilometriche lungo la cintura della cittadina non sono mai cessate. Il casello autostradale convoglia migliaia di mezzi verso le località gardesane ed ora, con la chiusura del casello di Sirmione sulla Milano-Venezia, la situazione si è ulteriormente aggravata. Intanto, da ieri, il clima si è fatto più «ottobrino» e rimangono gli alberghi le strutture più invitanti per gli ultimi colpi di vacanza. «Abbiamo registrato le prime due settimane di ottobre con buona affluenza – conferma il presidente di Federalberghi Garda Veneto Ivan De Beni – Ora le strutture inizieranno a chiudere, in quanto le previsioni sui costi delle forniture energetiche per i prossimi mesi ci trasmettono un quadro piuttosto allarmante e c’è la concreta possibilità che gli alberghi che vogliano proseguire la stagione, o aprire durante le varie festività del periodo natalizio, non riescano a sostenere i costi. Difficile fare previsioni: al momento “navighiamo a vista” e per questo siamo vicini ai nostri albergatori che decideranno di proseguire con le aperture, ben consapevoli dei costi e dei rischi d’impresa collegati, ma senza dimenticare il ruolo sociale che come categoria svolgiamo per e sul nostro territorio».
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Corriere di Verona, 16 ottobre 2022, p.10