La parola ‘ripresa’ in ambito turistico sta risuonando ormai forte e chiara in questo inizio stagione estiva 2022. Finalmente, dopo due anni davvero complessi, in cui si sono intrecciati continuamente speranze, momenti drammatici, previsioni di ogni genere, incertezze, ora finalmente si assiste alla svolta tanto attesa. Ma che cosa è cambiato nella società, nell’economia, nel turismo stesso? Senz’altro l’approccio a tutto ciò che fa rima con turismo nella nostra città è diverso rispetto a prima. Approfondiamo l’argomento con vertici di alcune delle realtà più rappresentative a livello turistico e culturale per la città scaligera. Intervengono Ivan De Beni, presidente Federalberghi Garda Vento, Giulio Cavara, presidente Federalberghi Verona e Cecilia Gasdia, sovrintendente della Fondazione Arena di Verona, che si appresta a varare il 99° Arena di Verona Opera festival di cui riportiamo il programma accanto a quello dell’estate Teatrale Veronese.
GIULIO CAVARA, PRESIDENTE FEDERALBERGHI VERONA
Presidente, in questi mesi, con l’arrivo della stagione estiva, si parla di ripresa a livello turistico: quali le considerazioni per Verona?
«Dopo due anni estremamente complicati che hanno visto cali di fatturato nel 2020-2021 rispettivamente del 90 e 70%, si sta finalmente ritornando alla normalità. Purtroppo abbiamo delle nuove criticità da affrontare quali il sensibile aumento dei costi (energia e prodotti in generale) e la difficoltà a reperire personale. I dati, sintetizzando, hanno visto i primi mesi dell’anno in linea con il 2019».
Quali le difficoltà incontrate e affrontate in questi due difficili e complessi anni e quali invece i punti di forza della nostra città?
«Le città d’arte hanno pagato il prezzo più alto della pandemia, questo è noto a tutti. Molti alberghi veronesi sono ancora in difficoltà; per riprendere ossigeno ci vuole
tempo».
Come sono cambiati il turismo e l’approccio turistico alla nostra città dopo questi due anni di pandemia? E come sono cambiati gli albergatori stessi?
«Il turismo è cambiato e secondo me in peggio. Oggi, purtroppo, ci sono due aspetti preoccupanti: il fenomeno dell’overtourism ovvero eccesso di turisti, strettamente correlato al fatto che abbiamo le nostre città letteralmente invase da privati che affittano i loro appartamenti ai turisti stessi. I nostri centri storici si sono snaturati, perdendo la loro identità e questo è un danno incalcolabile che si riflette anche sui veronesi stessi, espropriati di fatto del loro territorio. Città come Firenze e Venezia stanno già correndo ai ripari, Verona di fatto subisce
passivamente il fenomeno. Attenzione noi non abbiamo alcuna difficoltà nel condividere l’offerta di posti letto, ci mancherebbe. Esistono infatti i bed and breakfast, gli affittacamere, le unità abitative ammobiliate, le residenze turistico-alberghiere, regolamentate dalla Regione, che offrono una ospitalità differente, normata e ben armonizzata con la nostra. Diverso è l’aspetto delle locazioni brevi, sostanzialmente operanti in un mercato selvaggio in cui si annida spesso evasione e lavoro nero».
Focalizziamoci sulle prospettive per i prossimi mesi: che cosa aspettarsi? Quali i vostri obiettivi e i vostri auspici? «Noi speriamo vivamente che la normalizzazione sia totale, che la guerra finisca e che si possa tornare per davvero a lavorare con un pizzico di serenità. Fra poco inizierà la stagione lirica, fiore all’occhiello della nostra città che riversa sull’intera
filiera più di mezzo miliardo di euro. Verona tutta dovrebbe essere vicina anche economicamente a questa splendida eccellenza, perché, lo dico convintamente, senza di essa sarebbe una città senza identità».
IVAN DE BENI FEDERALBERGHI GARDA VENETO
Presidente, finalmente si parla di ripresa e la stagione è appena iniziata. Quali aspettative e quali progetti per questo nuovo inizio?
«I segnali sono positivi: abbiamo fatto un ottimo Aprile. La prima metà di Maggio ha visto un rallentamento, ma è in linea con quanto accadeva anche nel periodo precedente al Covid. I segnali sono positivi e le prenotazioni dall’Ascensione in poi stanno avendo un buon andamento. Possiamo dire, seppur con tutte le cautele, che le prospettive sono favorevoli per avere una buona stagione. Tuttavia, va detto che in questi ultimi anni le cose sono un po’ cambiate e quindi ci riserviamo di attendere attorno a Luglio/Agosto prima di cantare vittoria».
Che cambiamenti osservate nel turista e nel modo di vivere la vacanza a seguito di questa pandemia?
«Riscontriamo una maggiore attenzione al territorio e alla sua scoperta. C’è voglia di scoprire l’entroterra e le sue potenzialità e di legare il proprio soggiorno alle emozioni. Il cliente è mediamente più esigente rispetto a un tempo. Probabilmente questi due anni di pandemia hanno fatto sì che la vacanza diventi davvero un momento di stacco, nel quale le persone vogliono sentirsi coccolate: vogliono ricevere un ottimo servizio e una buona offerta turistica. Per questo bisogna attrezzarsi per far sì che la vacanza avvenga senza sbavature».
Com’è cambiato invece l’approccio da parte degli albergatori nello svolgere il loro lavoro? Cosa ci hanno insegnato di buono questi due anni in trincea?
«Percepisco un ritorno al passato: nel senso che questi due anni in trincea hanno fatto sì che vi sia, da parte della categoria, una riscoperta di quella che è l’accoglienza tradizionale. Quando andava tutto bene, forse abbiamo un po’ trascurato certe attenzioni, perché vivevamo di risultati super positivi. Ora invece c’è un’attenzione maggiore verso il cliente, verso la cura del suo soggiorno e le esperienze che il turista fa durante la sua vacanza. Ecco che allora i servizi divengono fondamentali e così la loro qualità. Il cliente è (e vuole essere) il protagonista delle sue vacanze e noi che ne siamo i registi, dobbiamo fare in modo che lo sia».
CECILIA GASDIA – SOVRINTENDENTE DELLA FONDAZIONE ARENA DI VERONA
Finalmente anche questa nuova stagione lirica è ripartita: quali le prospettive e gli obiettivi per questo 2022?
«Il 99° Arena di Verona Opera Festival è il primo, dopo tre anni, che restituisce l’Arena all’immagine che conosciamo: spettacoli grandiosi, i migliori interpreti internazionali, 46 sere d’estate sotto le stelle con il ritorno alla piena capienza per il pubblico da tutto il mondo e il massimo dispiego di maestranze artistiche e tecniche a comporre una città nella città, dietro le quinte e sul palcoscenico. Per noi è una vera e propria rinascita, alla sua prova più cosmopolita, ma gli obiettivi sono a lungo termine e stiamo già per annunciare il 2023: l’anno prossimo infatti terremo il Festival numero 100».
In questi due anni molti sono stati gli ostacoli da superare: quali gli insegnamenti che ne avete tratto?
«Questi due anni mi hanno confermato che l’opera è vitale, la musica e il teatro non moriranno mai. Le difficoltà ci hanno dato nuove idee, forze e coraggio che non pensavamo di avere. Dopo lo choc iniziale, dall’estate 2020 ci siamo imposti di non rimanere in silenzio e di essere vicini al pubblico: siamo stati i primi a riaprire in presenza in un’Arena ‘nuda’ con un palcoscenico centrale e un repertorio da Vivaldi a Wagner. Con la seconda ondata abbiamo trasmesso la stagione artistica del Filarmonico in streaming su social, webtv, emittenti locali. Per il Festival 2021 abbiamo coinvolto le massime realtà museali, archeologiche e paesaggistiche d’Italia in allestimenti nuovi e il progetto di Fundraising 67 colonne ha stretto intorno all’Arena imprenditori, mecenati, tutta la città come mai avvenuto prima, vincendo il premio del Ministero della Cultura come miglior iniziativa di Art Bonus».
Quali le novità per questa stagione e cosa, invece, rimarrà inalterato?
«Inalterata è la magia di un’esperienza possibile solo qui, dal vivo, per gli spettatori da tutto il mondo: Aida, la nostra regina, insieme a La Traviata, per la prima volta dopo l’inaugurazione 2019, e la Turandot da fiaba tornano nelle produzioni di Franco Zeffirelli; ci saranno anche il Nabucco risorgimentale di Arnaud Bernard e tre serate-evento con Roberto Bolle and friends, i Carmina Burana, la Domingo in Verdi Opera Night con un nuovo debutto di Plácido. Dal 17 giugno Carmen sarà quella di Zeffirelli come mai è stata vista: abbiamo realizzato ciò che aveva sognato e disegnato e che per esigenze tecniche era stato eliminato col tempo o mai costruito, oggi possibile con cambi scena di breve durata. Inalterato è il prestigio di un cast di 100 artisti fra i migliori cantanti del mondo, fra attesissimi debutti e stelle che amano l’Arena come casa propria».
Volgiamo l’attenzione allo spettatore: la grande voglia di ripresa e di ritorno alla normalità è avvertita anche da voi? E in che misura?
«I diversi adeguamenti del protocollo sanitario non ci hanno colti impreparati e dobbiamo essere grati ai lavoratori e alla grande collaborazione del pubblico. Siamo riusciti a conquistare un po’ alla volta ciò che davamo per scontato: oggi la desiderata ‘normalità’ non è solo assistere ad uno spettacolo senza mascherina, ma anche poter vedere artisti di popoli in guerra cantare sullo stesso palcoscenico e chiedere pace attraverso le storie e le note di Verdi. In Arena è ancora possibile».
FEDERALBERGHI, ATV E FONDAZIONE ARENA. Sinergia perfetta
Con il debutto del 99° Opera Festival in Arena, il prossimo 17 giugno, torna puntuale per il 22° anno consecutivo anche l’Opera bus service Arena – Lago di Garda, il servizio di trasporto che ATV rivolge espressamente agli spettatori delle serate areniane in soggiorno sul Benaco, grazie ad un collegamento notturno in partenza 30 minuti dopo il termine dello spettacolo per raggiungere tutte le località turistiche comprese tra Castelnuovo e Malcesine. Anche per quest’anno la struttura del servizio, quanto ad orari e percorso, sarà quella consueta, ma con una significativa novità: gli spettatori usciti dall’Arena troveranno ad attenderli alla fermata di piazza Cittadella un confortevole bus da 18 metri con 62 posti a sedere ed una livrea integralmente personalizzata, dedicata all’Opera Festival. Un’iniziativa con cui ATV intende valorizzare questo storico servizio, sempre molto apprezzato dai turisti e che ogni stagione trasporta sul Benaco
oltre duemila passeggeri. Il nuovo Opera bus rappresenterà inoltre un ulteriore, efficace strumento per promuovere il più importante patrimonio culturale del nostro territorio lungo le strade del Lago di Garda. Il servizio sarà quindi operativo dal 17 giugno al 4 settembre in occasione di tutte le serate areniane. La fermata di partenza, 30 minuti dopo il termine dello spettacolo, è quella di piazza Cittadella, con fermate di discesa a Castelnuovo, Peschiera, Lazise, Bardolino, Garda, Torri, Brenzone e Malcesine. L’estensione del servizio al tratto di percorso tra Garda e Malcesine è resa possibile grazie al sostegno di Federalberghi Garda Veneto, che contribuisce alla relativa copertura economica. Il biglietto, a tariffa unica per tutte le località di destinazione, costa 10 euro, mentre per il viaggio di andata dal Lago a Verona i turisti possono utilizzare uno qualunque dei frequenti collegamenti ordinari: le linee 163 e 185 da Garda, Bardolino, Cisano Lazise, ogni 60 minuti; la linea 164 da Garda, Bardolino, Cisano, Lazise, Pacengo, Peschiera, Castelnuovo, ogni 60 minuti; le linee 483 e 484 da Malcesine, Brenzone, Torri, Garda ogni 30 minuti con cambio a Garda con le linee 163 e 185. Il biglietto si può acquistare on line dal sito www.atv.verona.it oppure nelle biglietterie ATV di Garda e Verona e negli uffici turistici. La prenotazione è obbligatoria. Da ricordare anche che, oltre all’Opera bus service per il Lago di Garda, al termine degli spettacoli areniani sarà attiva anche quest’anno una ulteriore navetta per trasportare gli spettatori da piazza Bra’ al park Centro.