L’Arena – Triplicati gli arrivi in giugno e a settembre boom di richieste
Tre mesi fa, sono transitati sul lago 293.626 ospiti contro i 108.586 dello scorso anno. In luglio e agosto, gli operatori parlano dell’affluenza in linea con una «normale» stagione
Meteo favorevole, situazione Covid sotto controllo, predilezione per destinazioni «vicino a casa» come è da sempre il lago di Garda per i turisti tedeschi.Sono questi gli ingredienti che stanno mantenendo alti i numeri sulla sponda veronese, numeri di cui non si ha ancora contezza perché i dati elaborati dal Sistema statistico regionale sono parziali e al momento si fermano a giugno. Mese che, seppur sottotono rispetto agli anni pre-Covid, ha fatto da preludio al «boom» di luglio e soprattutto agosto. Il giugno di quest’anno ha triplicato arrivi e presenze di giugno 2020, in gran parte per effetto delle aperture anticipate: ci sono stati 293.626 arrivi contro i 108.586 dello scorso anno (erano invece 444.475 nel giugno 2019, considerato l’anno d’oro del turismo), arrivi che si sono tradotti in 1 milione e 206mila presenze (cioè numero di pernottamenti) contro le quasi 335mila del 2020 (mentre erano oltre 2 milioni nel 2019). In attesa dei dati effettivi ed ufficiali di luglio e agosto gli operatori turistici confermano l’affluenza in linea con una «normale» stagione turistica prima dell’avvento della pandemia quando gli affari andavano sufficientemente bene. Lo stesso sembra essere per settembre, come si riscontra in prima battuta dal traffico ancora intenso sulle strade gardesane, dai parcheggi spesso al completo e dalle file per entrare nei ristoranti oltre che dalle dichiarazioni soddisfatte degli addetti ai lavori.
«Sicuramente sarà un buon settembre, tenendo presente che si vive alla giornata e che le prenotazioni arrivano last minute», rileva Ivan De Beni, presidente di Federalberghi Garda Veneto, «anche per ottobre stiamo ricevendo richieste, ma è ancora presto per fare pronostici e confronti sull’andamento delle prenotazioni autunnali rispetto al passato».
Quanto alla provenienza, il mercato tedesco resta al primo posto, seguito da Paesi Bassi, Austria e in misura minore altri Stati europei. «Per il secondo anno abbiamo perso il mercato inglese, mentre abbiamo avuto un buon riscontro con gli italiani da metà luglio a fine agosto, ma il nostro cliente per antonomasia è di nazionalità tedesca», sottolinea De Beni. Tedeschi che, in ottobre, potranno godere anche delle «Herbstferien», spalmate in modo diverso nei diversi Laender.
«La gente c’è e le prenotazioni pure, anche per ottobre, ma le nostre strutture in particolare dipendono dal meteo, se cambia riceviamo disdette», osserva il presidente di AssogardaCamping Giovanni Bernini, che quantifica l’occupazione attuale tra l’80% delle strutture più grandi e le punte di tutto esaurito nei campeggi di dimensioni più contenute. «Negli ultimi anni sono aumentati i turisti che scelgono settembre e ottobre, sia per i prezzi più bassi che per il clima e le giornate comunque piacevoli», riprende Bernini, «tendenza favorita dal fatto che sono sempre di più i campeggi che prolungano l’apertura fino a metà o fine ottobre».
Tutta la costa veronese sembra allineata, senza differenze marcate tra tipologie ricettive e alto e basso lago. «Settembre sta andando molto bene fino al 20, per le settimane successive iniziamo adesso a ricevere prenotazioni», riscontra Giuditta Isotta, presidente dell’Associazione albergatori di Brenzone, realtà che conta una cinquantina di strutture e fa capo a Federalberghi. «Per sapere come sarà ottobre bisogna attendere ancora qualche giorno», aggiunge Isotta, e anche da questo dipenderà la decisione sulla data dell’arrivederci al 2022. Seppur partita tardi, la stagione si conferma soddisfacente anche per il comparto delle locazioni turistiche. «Al momento la percentuale di occupazione fino al 25 settembre è del 70 per cento e scende al 50 per cento considerando l’arco temporale fino al 16 ottobre», spiega Romina Fontana, titolare di un’agenzia che gestisce circa cinquanta alloggi tra Bardolino e Lazise. «L’impressione è che ci sia un 10-15 per cento in più di richiesta in bassa stagione rispetto agli anni pre-Covid», conclude Fontana, «ovviamente sempre con la possibilità di cancellare gratuitamente in caso di nuove restrizioni a viaggiare per prevenire il contagio Covid».