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Federalberghi Garda Veneto

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23Giu

Mattinoverona – Allarme siccità: c’è chi pensa di prelevare acqua dal lago, ma Federalberghi Garda Veneto dice no

23 Giugno 2022 fgv-editor Associazione 14

La crisi idrica non ha conseguenze solo per il comparto agricolo, ma anche per quello turistico-ricettivo del Garda Veneto, un settore che rappresenta una parte economica importante a livello regionale quale seconda destinazione turistica in Veneto, dopo Venezia. Scenari che sono destinati ad essere sempre più frequenti e che portano con sé tutta una serie di altri disagi, sia per i residenti sul territorio che per i molti ospiti che ogni anno vi soggiornano.

Dopo due anni di pandemia, il 2022 rappresenta per il settore la stagione della ripresa. La primavera ha registrato buoni numeri e per proseguire su questa strada è necessario non solo lavorare in sinergia tra enti, associazioni e consorzi, ma farlo agendo in programmazione, con uno sguardo a più lunga gittata e con responsabilità verso il territorio, per ospiti e residenti.

“Troppe volte è stato toccato il delicato ecosistema lacuale per sopperire alle mancanze di altri – afferma il Presidente di Federalberghi Garda Veneto Ivan De Beni – . Sia come operatori che come residenti, nati e cresciuti sulle sponde del Garda siamo stufi che il lago venga utilizzato solo nei momenti di emergenza e che il bacino debba correre in soccorso per risolvere i problemi: non ci sembra giusto. Secondo gli esperti, svuotare il lago per aiutare il Po sarebbe, molto semplicemente, una mossa non risolutiva per il fiume e che andrebbe ad aggravare la situazione del lago, che già naturalmente durante i mesi estivi vede un calo del suo volume”.

Il riferimento è non solo ai momenti di siccità, in cui si richiede al Garda di cedere metri cubi d’acqua ad altri bacini, ma anche ai momenti di sovraccarico di metri cubi in alcuni fiumi, in particolare l’Adige. Si veda per esempio la riapertura dello scolmatore Adige-Garda di Torbole, recentemente rimesso in funzione.

“Più di una volta il lago di Garda ha accolto quantitativi ingenti di acqua e altro materiale in arrivo dall’Adige, salvando l’intera città di Verona – prosegue il Presidente De Beni – però questo non ha giovato al suo ecosistema. Sono eventi che vengono effettuati in emergenza, ma che dimostrano la mancanza di sensibilità politica nei confronti del Benaco”.

Il Garda è scelto da tutta Europa e dal mondo per la balneazione, per gli sport acquatici e anche per la navigazione. Livelli sempre più bassi del bacino gardesano significherebbero un forte condizionamento, se non la sospensione di queste attività. In particolare, diversi media esteri stanno già diffondendo notizie allarmanti circa la mancanza di acqua nel lago, tale da rendere meno appetibile il Garda come meta per le proprie vacanze oltre a generare un danno d’immagine a tutta la comunità gardesana.

Alla luce di tutto ciò, Federalberghi Garda Veneto condivide il pensiero – già espresso dalla Comunità del Garda e dal Consorzio del Mincio – che togliere metri cubi d’acqua al Garda per sopperire ai bassi livelli idrici del fiume Po e alle difficoltà del settore primario non rappresenti la soluzione, ma anzi un ulteriore destabilizzazione, con conseguenze considerevoli anche per l’ittiofauna e per i comparti ad essa legati (pescatori e società cooperative ittiche).

Per questo, l’Associazione di categoria che rappresenta le 400 strutture ricettive della sponda veronese del lago di Garda, chiede di sedersi a un tavolo comune per affrontare questo tema a tutela del lago di Garda. È necessario infatti non solo lavorare in sinergia con enti, associazioni e consorzi, ma soprattutto agire in programmazione, con responsabilità verso il territorio.

“Dobbiamo lavorare – conclude De Beni – consapevoli del fatto che situazioni di questo tipo saranno purtroppo sempre più la norma e non dobbiamo farci trovare impreparati. Molto farà, in questo senso, una cultura comune e condivisa fatta di comportamenti sostenibili. Infatti da tempo sensibilizziamo i nostri ospiti a un corretto uso delle risorse e ad evitare sprechi inutili: a partire dal buffet delle colazioni, fino all’uso della biancheria”.

MATTINOVERONA

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23Giu

GN Gardanotizie, Travel No Stop – Giù le mani dal lago di Garda!

23 Giugno 2022 fgv-editor Associazione 13

“La crisi idrica non ha conseguenze solo per il comparto agricolo, ma anche per quello turistico-ricettivo del Garda Veneto, un settore che rappresenta una parte economica importante a livello regionale quale seconda destinazione turistica in Veneto, dopo Venezia. Scenari che sono destinati ad essere sempre più frequenti e che portano con sé tutta una serie di altri disagi, sia per i residenti sul territorio che per i molti ospiti che ogni anno vi soggiornano.
Siamo riconosciuti a livello internazionale come un lago bello e molto pulito, con ottime recensioni da parte dei visitatori, dimostrate anche dalle numerose bandiere arancioni di cui possono fregiarsi i nostri Comuni, espressione di una zona ricca di patrimonio storico-culturale e ambientale e che offre al turista un’accoglienza di qualità.
Dopo due anni di pandemia, il 2022 rappresenta per noi la stagione della ripresa. La primavera che ci siamo appena lasciati alle spalle ha registrato buoni numeri. Per proseguire su questa strada è necessario non solo lavorare in sinergia tra enti, associazioni e consorzi, ma farlo agendo in programmazione, con uno sguardo a più lunga gittata e con responsabilità verso il territorio, per ospiti e residenti.
Troppe volte è stato toccato il delicato ecosistema lacuale per sopperire alle mancanze di altri – afferma il presidente di Federalberghi Garda Veneto Ivan De Beni –  Sia come operatori che come residenti, nati e cresciuti sulle sponde del Garda siamo stufi che il lago venga utilizzato solo nei momenti di emergenza e che il bacino debba correre in soccorso per risolvere i problemi: non ci sembra giusto. Secondo gli esperti, svuotare il lago per aiutare il Po sarebbe, molto semplicemente, una mossa non risolutiva per il fiume e che andrebbe ad aggravare la situazione del lago, che già naturalmente durante i mesi estivi vede un calo del suo volume.
Il riferimento è non solo ai momenti di siccità, in cui si richiede al Garda di cedere metri cubi d’acqua ad
altri bacini, ma anche ai momenti di sovraccarico di metri cubi in alcuni fiumi, in particolare l’Adige. Si veda
per esempio la riapertura dello scolmatore Adige-Garda di Torbole, recentemente rimesso in funzione.
Più di una volta il lago di Garda ha accolto quantitativi ingenti di acqua e altro materiale in arrivo
dall’Adige, salvando l’intera città di Verona – prosegue il De Beni – però questo non ha giovato
al suo ecosistema. Sono eventi che vengono effettuati in emergenza, ma che dimostrano la mancanza di
sensibilità politica nei confronti del Benaco.
Il Garda è scelto da tutta Europa e dal mondo per la balneazione, per gli sport acquatici e anche per la navigazione. Livelli sempre più bassi del bacino gardesano significherebbero un forte condizionamento, se
non la sospensione di queste attività. In particolare, diversi media esteri stanno già diffondendo notizie
allarmanti circa la mancanza di acqua nel lago, tale da rendere meno appetibile il Garda come meta per le
proprie vacanze oltre a generare un danno d’immagine a tutta la comunità gardesana.
Alla luce di tutto ciò, Federalberghi Garda Veneto condivide il pensiero – già espresso dalla Comunità del Garda e dal Consorzio del Mincio – che togliere metri cubi d’acqua al Garda per sopperire ai bassi livelli idrici del fiume Po e alle difficoltà del settore primario non rappresenti la soluzione, ma anzi un ulteriore destabilizzazione, con conseguenze considerevoli anche per l’ittiofauna e per i comparti ad essa legati (pescatori e società cooperative ittiche).
Per questo, come Associazione di categoria che rappresenta le 400 strutture ricettive della sponda veronese del lago di Garda, siamo disponibili a sederci a un tavolo comune per affrontare questo tema a tutela del lago di Garda. Crediamo sia necessario non solo lavorare in sinergia con enti, associazioni e consorzi, ma soprattutto agire in programmazione, con responsabilità verso il territorio.
Dobbiamo lavorare – conclude De Beni – consapevoli del fatto che situazioni di questo tipo saranno
purtroppo sempre più la norma e non dobbiamo farci trovare impreparati. Molto farà, in questo senso, una
cultura comune e condivisa fatta di comportamenti sostenibili. Infatti da tempo sensibilizziamo i nostri ospiti
a un corretto uso delle risorse e ad evitare sprechi inutili: a partire dal buffet delle colazioni, fino all’uso della
biancheria”.

GN-GARDANOTIZIE

TRAVEL NO STOP

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23Giu

Corriere di Verona – Prelievo di acqua a favore del Po, il «no» degli albergatori

23 Giugno 2022 fgv-editor Associazione 13
Timori per il turismo. Federalberghi attacca: «Non è la soluzione, e aggraverebbe la situazione del lago che in estate vede già un calo di volume».

«Giù le mani dal lago di Garda» afferma il presidente di Federalberghi Garda Veneto, Ivan De Beni, riguardo all’ipotesi avanzata dal segretario generale dell’Autorità di Bacino del Po, Meuccio Berselli, di prelevare acqua dal lago per aiutare il Po in una sorta di «Sos solidale».

«La crisi idrica non ha conseguenze solo per il comparto agricolo, ma anche per quello turistico del Garda Veneto, che è una parte economica importante a livello regionale quale seconda destinazione turistica dopo Venezia – attacca De Beni -. Dopo due anni di pandemia, il 2022 rappresenta per noi la stagione della ripresa. Sia come operatori che come residenti siamo stufi che il lago venga utilizzato solo nei momenti di emergenza per risolvere i problemi. Secondo gli esperti, poi, svuotare il lago per aiutare il Po sarebbe una mossa non risolutiva per il fiume e andrebbe ad aggravare la situazione del lago, che già naturalmente durante i mesi estivi vede un calo del suo volume».

Gli albergatori, dunque, si allineano a quanto espresso dalla Comunità del Garda e dal Consorzio del Mincio: «pescare» metri cubi d’acqua dal Garda per sopperire a i bassi livelli idrici del fiume Po non rappresenta la soluzione, ma anzi un’ulteriore destabilizzazione. «Più di una volta il lago di Garda ha accolto quantitativi ingenti di acqua e altro materiale in arrivo dall’Adige, salvando l’intera città di Verona – prosegue De Beni – però questo non ha giovato al suo ecosistema. Abbiamo visto che già diversi media stranieri stanno già diffondendo notizie allarmanti circa la mancanza di acqua nel lago, tale da rendere meno appetibile il Garda come meta per le proprie vacanze. Il Benaco è scelto da tutta Europa e dal mondo per la balneazione, per gli sport acquatici e per la navigazione. Livelli sempre più bassi del bacino – conclude -significherebbero un forte condizionamento, se non la sospensione di queste attività, come anche la compromissione delle attività dei pescatori».

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23Giu

L’Arena – «Non toccate i livelli del lago di Garda»

23 Giugno 2022 fgv-editor Senza categoria 15
Il presidente di Federalberghi, Ivan De Beni, lancia un monito per evitare che venga svuotato il bacino per sopperire all’emergenza con danni all’ecosistema
«Non toccate i livelli del lago di Garda»
Gli operatori temono serie ripercussioni sul turismo «Non è la soluzione giusta, andrebbe ad aggravare la situazione già di per sé critica del Benaco in estate»

«Troppe volte è stato toccato il delicato ecosistema lacuale per sopperire alle mancanze di altri. Sia come operatori che come residenti, nati e cresciuti sulle sponde del Garda, siamo stufi che il lago venga utilizzato solo nei momenti di emergenza e che il bacino debba correre in soccorso per risolvere i problemi: non ci sembra giusto». Il presidente di Federalberghi Garda Veneto, Ivan De Beni, tuona contro chi, in piena emergenza idrica causata anche dalla gravissima siccità degli ultimi mesi, vorrebbe prelevare parte delle acque del Benaco per quantomeno limitare la secca del Po. Le osservazioni «Secondo gli esperti», precisa De Beni, «svuotare il lago per aiutare il principale fiume d’Italia sarebbe, molto semplicemente, una mossa non risolutiva per il corso d’acqua stesso. Ma non solo. Andrebbe ad aggravare la situazione del lago, che già naturalmente durante i mesi estivi vede un calo del suo volume». Il riferimento è non solamente ai momenti di siccità, in cui si richiede al Garda di cedere metri cubi d’acqua ad altri bacini, ma anche ai momenti di sovraccarico di metri cubi in alcuni fiumi, in particolare l’Adige, che di recente ha comportato la riapertura dello scolmatore Adige-Garda a Torbole, rimesso in funzione. «Più di una volta il lago di Garda ha accolto quantitativi ingenti di acqua e altro materiale in arrivo dall’Adige, salvando l’intera città di Verona», prosegue il presidente di Federalberghi Garda Veneto, «però questo non ha giovato al suo ecosistema. Sono eventi che vengono effettuati in emergenza, ma che dimostrano la mancanza di sensibilità politica nei confronti del Benaco». Il turismo De Beni sottolinea poi come il Garda, riconosciuto a livello internazionale come «un lago bello e molto pulito», sia scelto dai turisti europei e di tutto il mondo «per la balneazione, per gli sport acquatici e anche per la navigazione. Livelli sempre più bassi del bacino gardesano significherebbero un forte condizionamento, se non la sospensione di queste attività. In particolare, diversi media esteri stanno già diffondendo notizie allarmanti circa la mancanza di acqua nel lago, tale da rendere meno appetibile il Garda come meta per le proprie vacanze, oltre a generare un danno d’immagine a tutta la comunità gardesana», afferma preoccupato De Ben. Il quale teme ripercussioni anche sul fronte turistico, dal momento che, dice, «la crisi idrica non ha conseguenze solo per il comparto agricolo, ma anche per quello turistico-ricettivo locale». Le preoccupazioni Per Federalberghi Garda Veneto, quindi, «togliere metri cubi d’acqua al Garda per sopperire ai bassi livelli idrici del fiume Po e alle difficoltà del settore primario non rappresenti la soluzione, ma anzi un’ulteriore destabilizzazione della situazione, con gravi conseguenze anche per la flora e la fauna lacustre e per i comparti ad esse legate come i pescatori e le società cooperative ittiche», osserva De Beni, riprendendo quanto già espresso al riguardo dalla Comunità del Garda e dal Consorzio del Mincio. Il presidente della sezione locale di Federalberghi chiede quindi di organizzare «un tavolo comune per affrontare il tema della tutela del lago». «Crediamo sia necessario non solo lavorare in sinergia con enti, associazioni e consorzi, ma soprattutto agire in programmazione, con responsabilità verso il territorio. Dobbiamo lavorare consapevoli del fatto che situazioni di questo tipo, come la siccità, saranno purtroppo sempre più la norma. Non dobbiamo farci trovare impreparati, serve programmare. Molto farà, in questo senso, una cultura comune e condivisa, fatta di comportamenti sostenibili».

 

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22Giu

Daily (Verona Network) e Gardapost – Federalberghi Garda Veneto: «Giù le mani dal lago!»

22 Giugno 2022 fgv-editor Associazione 15
L’associazione di categoria presieduta da Ivan De Beni condivide il pensiero espresso dalla Comunità del Garda e dal Consorzio del Mincio che togliere metri cubi d’acqua al Garda per sopperire ai bassi livelli idrici del fiume Po non rappresenti la soluzione, ma anzi un ulteriore destabilizzazione.

 

La crisi idrica non ha conseguenze solo per il comparto agricolo, ma anche per quello turistico-ricettivo del Garda Veneto, un settore che rappresenta una parte economica importante a livello regionale quale seconda destinazione turistica in Veneto, dopo Venezia. Scenari che sono destinati ad essere sempre più frequenti e che portano con sé tutta una serie di altri disagi, sia per i residenti sul territorio che per i molti ospiti che ogni anno vi soggiornano.

Il Garda è riconosciuto a livello internazionale come un lago bello e molto pulito, con ottime recensioni da parte dei visitatori, dimostrate anche dalle numerose bandiere arancioni di cui possono fregiarsi i Comuni lacustri, espressione di una zona ricca di patrimonio storico-culturale e ambientale e che offre al turista un’accoglienza di qualità.

Dopo due anni di pandemia, il 2022 rappresenta per gli operatori del territorio la stagione della ripresa. La primavera appena lasciati alle spalle ha registrato buoni numeri. Per proseguire su questa strada è necessario non solo lavorare in sinergia tra enti, associazioni e consorzi, ma farlo agendo in programmazione, con uno sguardo a più lunga gittata e con responsabilità verso il territorio, per ospiti e residenti.

«Troppe volte è stato toccato il delicato ecosistema lacuale per sopperire alle mancanze di altri – afferma il Presidente di Federalberghi Garda Veneto Ivan De Beni – . Sia come operatori che come residenti, nati e cresciuti sulle sponde del Garda siamo stufi che il lago venga utilizzato solo nei momenti di emergenza e che il bacino debba correre in soccorso per risolvere i problemi: non ci sembra giusto. Secondo gli esperti, svuotare il lago per aiutare il Po sarebbe, molto semplicemente, una mossa non risolutiva per il fiume e che andrebbe ad aggravare la situazione del lago, che già naturalmente durante i mesi estivi vede un calo del suo volume».

Il riferimento è non solo ai momenti di siccità, in cui si richiede al Garda di cedere metri cubi d’acqua ad altri bacini, ma anche ai momenti di sovraccarico di metri cubi in alcuni fiumi, in particolare l’Adige. Si veda per esempio la riapertura dello scolmatore Adige-Garda di Torbole, recentemente rimesso in funzione.

«Più di una volta il lago di Garda ha accolto quantitativi ingenti di acqua e altro materiale in arrivo dall’Adige, salvando l’intera città di Verona – prosegue il Presidente De Beni – però questo non ha giovato al suo ecosistema. Sono eventi che vengono effettuati in emergenza, ma che dimostrano la mancanza di sensibilità politica nei confronti del Benaco».

Il Garda è scelto da tutta Europa e dal mondo per la balneazione, per gli sport acquatici e anche per la navigazione. Livelli sempre più bassi del bacino gardesano significherebbero un forte condizionamento, se non la sospensione di queste attività. In particolare, diversi media esteri stanno già diffondendo notizie allarmanti circa la mancanza di acqua nel lago, tale da rendere meno appetibile il Garda come meta per le proprie vacanze oltre a generare un danno d’immagine a tutta la comunità gardesana.

Alla luce di tutto ciò, Federalberghi Garda Veneto condivide il pensiero – già espresso dalla Comunità del Garda e dal Consorzio del Mincio – che togliere metri cubi d’acqua al Garda per sopperire ai bassi livelli idrici del fiume Po e alle difficoltà del settore primario non rappresenti la soluzione, ma anzi un ulteriore destabilizzazione, con conseguenze considerevoli anche per l’ittiofauna e per i comparti ad essa legati (pescatori e società cooperative ittiche).

Per questo, l’Associazione di categoria che rappresenta le 400 strutture ricettive della sponda veronese del lago di Garda, è disponibile a sedersi a un tavolo comune per affrontare questo tema a tutela del lago di Garda. Crediamo sia necessario non solo lavorare in sinergia con enti, associazioni e consorzi, ma soprattutto agire in programmazione, con responsabilità verso il territorio.

«Dobbiamo lavorare – conclude De Beni – consapevoli del fatto che situazioni di questo tipo saranno purtroppo sempre più la norma e non dobbiamo farci trovare impreparati. Molto farà, in questo senso, una cultura comune e condivisa fatta di comportamenti sostenibili. Infatti da tempo sensibilizziamo i nostri ospiti a un corretto uso delle risorse e ad evitare sprechi inutili: a partire dal buffet delle colazioni, fino all’uso della biancheria».

DAILY (VERONA NETWORK)

GARDAPOST

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22Giu

Giù le mani dal lago di Garda!

22 Giugno 2022 fgv-editor Associazione 23
Ci allineiamo alla preoccupazione della Comunità del Garda per l’attuale situazione di siccità e alle considerazioni per il quadro che si sta presentando circa i cambiamenti climatici. Federalberghi Garda Veneto condivide il pensiero espresso dalla Comunità del Garda e dal Consorzio del Mincio che togliere metri cubi d’acqua al Garda per sopperire ai bassi livelli idrici del fiume Po non rappresenti la soluzione, ma anzi un ulteriore destabilizzazione. Come Associazione di categoria siamo disponibili alla collaborazione e a sederci a un tavolo comune per affrontare questo tema, a tutela del lago di Garda. Crediamo sia necessario non solo lavorare in sinergia, ma agire in programmazione e con responsabilità verso il territorio in cui viviamo e lavoriamo.

 

La crisi idrica non ha conseguenze solo per il comparto agricolo, ma anche per quello turistico-ricettivo del Garda Veneto, un settore che rappresenta una parte economica importante a livello regionale quale seconda destinazione turistica in Veneto, dopo Venezia. Scenari che sono destinati ad essere sempre più frequenti e che portano con sé tutta una serie di altri disagi, sia per i residenti sul territorio che per i molti ospiti che ogni anno vi soggiornano.

Siamo riconosciuti a livello internazionale come un lago bello e molto pulito, con ottime recensioni da parte dei visitatori, dimostrate anche dalle numerose bandiere arancioni di cui possono fregiarsi i nostri Comuni, espressione di una zona ricca di patrimonio storico-culturale e ambientale e che offre al turista un’accoglienza di qualità.

Dopo due anni di pandemia, il 2022 rappresenta per noi la stagione della ripresa. La primavera che ci siamo appena lasciati alle spalle ha registrato buoni numeri. Per proseguire su questa strada è necessario non solo lavorare in sinergia tra enti, associazioni e consorzi, ma farlo agendo in programmazione, con uno sguardo a più lunga gittata e con responsabilità verso il territorio, per ospiti e residenti.

«Troppe volte è stato toccato il delicato ecosistema lacuale per sopperire alle mancanze di altri – afferma il Presidente di Federalberghi Garda Veneto Ivan De Beni – . Sia come operatori che come residenti, nati e cresciuti sulle sponde del Garda siamo stufi che il lago venga utilizzato solo nei momenti di emergenza e che il bacino debba correre in soccorso per risolvere i problemi: non ci sembra giusto. Secondo gli esperti, svuotare il lago per aiutare il Po sarebbe, molto semplicemente, una mossa non risolutiva per il fiume e che andrebbe ad aggravare la situazione del lago, che già naturalmente durante i mesi estivi vede un calo del suo volume».

Il riferimento è non solo ai momenti di siccità, in cui si richiede al Garda di cedere metri cubi d’acqua ad altri bacini, ma anche ai momenti di sovraccarico di metri cubi in alcuni fiumi, in particolare l’Adige. Si veda per esempio la riapertura dello scolmatore Adige-Garda di Torbole, recentemente rimesso in funzione.

«Più di una volta il lago di Garda ha accolto quantitativi ingenti di acqua e altro materiale in arrivo dall’Adige, salvando l’intera città di Verona – prosegue il Presidente De Beni – però questo non ha giovato al suo ecosistema. Sono eventi che vengono effettuati in emergenza, ma che dimostrano la mancanza di sensibilità politica nei confronti del Benaco».

Il Garda è scelto da tutta Europa e dal mondo per la balneazione, per gli sport acquatici e anche per la navigazione. Livelli sempre più bassi del bacino gardesano significherebbero un forte condizionamento, se non la sospensione di queste attività. In particolare, diversi media esteri stanno già diffondendo notizie allarmanti circa la mancanza di acqua nel lago, tale da rendere meno appetibile il Garda come meta per le proprie vacanze oltre a generare un danno d’immagine a tutta la comunità gardesana.

Alla luce di tutto ciò, Federalberghi Garda Veneto condivide il pensiero – già espresso dalla Comunità del Garda e dal Consorzio del Mincio – che togliere metri cubi d’acqua al Garda per sopperire ai bassi livelli idrici del fiume Po e alle difficoltà del settore primario non rappresenti la soluzione, ma anzi un ulteriore destabilizzazione, con conseguenze considerevoli anche per l’ittiofauna e per i comparti ad essa legati (pescatori e società cooperative ittiche).

Per questo, come Associazione di categoria che rappresenta le 400 strutture ricettive della sponda veronese del lago di Garda, siamo disponibili a sederci a un tavolo comune per affrontare questo tema a tutela del lago di Garda. Crediamo sia necessario non solo lavorare in sinergia con enti, associazioni e consorzi, ma soprattutto agire in programmazione, con responsabilità verso il territorio.

«Dobbiamo lavorare – conclude De Beni – consapevoli del fatto che situazioni di questo tipo saranno purtroppo sempre più la norma e non dobbiamo farci trovare impreparati. Molto farà, in questo senso, una cultura comune e condivisa fatta di comportamenti sostenibili. Infatti da tempo sensibilizziamo i nostri ospiti a un corretto uso delle risorse e ad evitare sprechi inutili: a partire dal buffet delle colazioni, fino all’uso della biancheria».

 

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