Verona Fedele – “Il lago è in…letargo. A primavera capiremo”
«Dipende tutto da come andrà a Pasqua: se riusciremo ad aprire, allora avremo fatto davvero una svolta, intanto non ci resta che stringere i denti». Sintetizza così il clima di attesa sul lago di Garda Ivan De Beni, presidente di Federalberghi Garda Veneto, realtà che associa circa 400 albergatori, da Malcesine a Peschiera. – Presidente, questa ulteriore ondata di Covid-19 come sta impattando sul fronte della ricettività lacustre?
«Qui abbiamo un turismo stagionale che, pre-Covid, iniziava un paio di settimane prima di Pasqua e si chiudeva a metà ottobre; c’era poi un turismo di nicchia invernale, di chi frequentava le strutture alberghiere dotate di zone wellness e termali. Con la pandemia è peggiorato tutto. Fino alla seconda metà di novembre, le strutture rimaste aperte in maniera coraggiosa avevano discrete prenotazioni per dicembre e Capodanno; poi purtroppo sono emerse continue disdette a seguito dell’arrivo della variante Omicron e dell’avanzamento della quarta ondata pandemica. Anche perché, comprensibilmente, non è più vacanza se uno deve tenere sempre la mascherina e stare attento al distanziamento, e se mancano grandi offerte di intrattenimento; ci sono stati i mercatini di Natale, sì, ma da soli non sono sufficienti…
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