La stagione turistica 2020 è iniziata molto tardi e sotto incerto auspicio.
La maggior parte delle strutture ricettive del lago di Garda Veneto ha aperto nella seconda metà di Giugno. La totale perdita del periodo pasquale, dei ponti del 25 aprile e primo maggio e la profonda incertezza sulla programmazione si sono fatti sentire pesantemente costringendo gli operatori a ridurre drasticamente il personale. Il mese di giugno ha registrato una flessione negativa del 70% rispetto alle prenotazioni di giugno 2019 e la prima metà di luglio una flessione del 55%.
Fortunatamente a partire dalla seconda metà di luglio si è assistito ad una significativa ripresa con una occupazione delle stanze che verso la fine del mese è arrivata a superare il 65% grazie al ritorno degli affezionati ospiti stranieri (tedeschi, austriaci e svizzeri).
Il mese di agosto ha registrato numeri insperati che hanno permesso di tenere aperte le strutture, reinserire parte dei collaboratori e guardare al futuro con una certa fiducia anche se il risultato mensile non si può considerare sufficiente a compensare le gravi perdite subite nei tre mesi di lockdown.
Il mese di settembre con una occupazione che si aggira attorno al 60%, nonostante le avverse condizioni meteo di inizio mese, ha soddisfatto le aspettative.
“Per il Lago la stagione turistica è agli sgoccioli, la maggior parte delle strutture ricettive si avvia alla chiusura ed è quindi il momento di fare il bilancio di una delle stagioni più sofferte in assoluto – dichiara il presidente di Federalberghi Garda Veneto Ivan De Beni. In generale è andata meglio di quanto si potesse immaginare ad inizio stagione anche se valutiamo una perdita di fatturato del 70/80% rispetto al 2019. Il flusso turistico infatti è stato molto altalenante e, soprattutto nei mesi di giugno e luglio, ha raggiunto livelli significativi solo durante il fine settimana.
Auspichiamo aiuti concreti da parte del governo per sopravvivere il prossimo inverno augurandoci di poter iniziare la stagione 2021 alla giusta e classica data di Pasqua e affrontare una stagione che le statistiche stimano con un calo del 20% sul 2019. Restiamo infatti consapevoli che la crisi non è affatto risolta e che rivedremo i flussi del 2019 forse solo nella stagione del 2022”.