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Federalberghi Garda Veneto

regolamentazione

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01Feb

Travel No Stop – Federalberghi Garda Veneto ai sindaci: più controlli su affitti turistici

1 Febbraio 2023 fgv-editor Senza categoria 2

Ivan De Beni, presidente di Federalberghi Garda Veneto ha inviato una lettera ai primi cittadini della Riviera degli Olivi e del suo immediato entroterra in cui chiede, in rappresentanza della categoria, che non venga sottostimato il fenomeno degli affitti turistici brevi non imprenditoriali e di darvi soluzione in maniera più determinata. Sia attivando una rete di controlli che incrociati che coinvolgano le Amministrazioni locali, i comandi di Polizia e la Guardia di Finanza; sia applicando la cosiddetta norma ‘salva Venezia’ anche sul territorio del Garda Veneto.
“Non siamo contrari ad altre forme di ricettività – afferma De Beni nella missiva – tanto più che Federalberghi Garda Veneto ha tra i suoi Soci molti esercizi extra alberghieri, ma questo tipo di offerta turistica va regolamentata. Chi si avvicina a questa forma di prodotto turistico deve mettersi in regola: dalle comunicazioni alle amministrazioni comunali al pagamento della tassa di soggiorno e dei vari oneri fiscali. Per questo auspichiamo che vi siano maggiori controlli, arginando così tutte quelle opacità che hanno reso possibile nel tempo una proliferazione indiscriminata di queste realtà, dando luogo a concorrenza sleale, evasione fiscale, spopolamento dei centri storici, mancanza del rispetto delle regole di sicurezza. Per questo chiediamo che anche sul nostro territorio vengano svolte azioni simili a quelle fatte per le gradi città d’arte del nostro Paese”.

TRAVEL NO STOP

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31Gen

GardaPost – De Beni ai sindaci: «Applicare la norma “salva Venezia” anche sul Garda»

31 Gennaio 2023 fgv-editor Senza categoria 3
 Federalberghi Garda Veneto scrive ai sindaci: chiediamo maggiori controlli sugli affitti turistici e di estendere la norma “Salva Venezia” sul nostro territorio.

Il presidente Ivan De Beni recentemente ha inviato ai primi cittadini della Riviera degli Olivi e del suo immediato entroterra una lettera in cui chiede, in rappresentanza della categoria, che non venga sottostimato il fenomeno degli affitti turistici brevi non imprenditoriali e di darvi soluzione in maniera più determinata. Sia attivando una rete di controlli che incrociati che coinvolgano le Amministrazioni locali, i comandi di Polizia e la Guardia di Finanza; sia applicando la cosiddetta norma “salva Venezia” anche sul territorio del Garda Veneto.

«Non siamo contrari ad altre forme di ricettività – afferma il presidente Ivan De Beni – tanto più che Federalberghi Garda Veneto ha tra i suoi Soci molti esercizi extra alberghieri, ma questo tipo di offerta turistica va regolamentata. Chi si avvicina a questa forma di prodotto turistico deve mettersi in regola: dalle comunicazioni alle amministrazioni comunali al pagamento della tassa di soggiorno e dei vari oneri fiscali. Per questo auspichiamo che vi siano maggiori controlli, arginando così tutte quelle opacità che hanno reso possibile nel tempo una proliferazione indiscriminata di queste realtà, dando luogo a concorrenza sleale, evasione fiscale, spopolamento dei centri storici, mancanza del rispetto delle regole di sicurezza. Per questo chiediamo che anche sul nostro territorio vengano svolte azioni simili a quelle fatte per le gradi città d’arte del nostro Paese».

                           Il Presidente di Federalberghi Garda Veneto Ivan De Beni.

Le lettera ai sindaci

«Pregiatissimi Sindaci dei Comuni di

  • Affi
  • Bardolino
  • Brenzone sul Garda
  • Caprino Veronese
  • Castelnuovo del Garda
  • Cavaion Veronese
  • Costermano sul Garda
  • Garda
  • Lazise
  • Malcesine
  • Pastrengo
  • Peschiera del Garda
  • Rivoli v.se
  • San Zeno di Montagna
  • Torri del Benaco

OGGETTO: richiesta di maggiori controlli sugli affitti turistici e appello per estendere la norma “Salva Venezia” sul nostro territorio.

La presente per sottolineare la gravità e l’estensione che ha raggiunto il fenomeno delle locazioni brevi non imprenditoriali sul nostro territorio. I numeri del nostro Osservatorio del Turismo del Garda Veneto (OTGV) su elaborazione dati Airdna Marketminder ci dicono che solo sul portale Airabnb sono presenti sulla Riviera degli Olivi più di 3.500 annunci, l’88,1 per cento dei quali è un intero appartamento e il 74,3 per cento afferisce a host che gestiscono più alloggi. Secondo le stime del portale Inside Airbnb, il Veneto è all’ottavo posto in classifica per alloggi disponibili solo su Airbnb, con quasi 25mila annunci. Di questi, come detto, quasi 4mila sono dislocati lungo la sponda veneta del lago di Garda.

L’analisi dei dati conferma, ancora una volta, le quattro grandi “bugie” della cosiddetta sharing economy:

NON È VERO:

  • che si condivide l’esperienza con il titolare: la maggior parte degli annunci pubblicati su Airbnb si riferisce all’affitto di interi appartamenti, in cui non abita nessuno;
  • che si tratta di attività occasionali: la maggior parte degli annunci si riferisce ad appartamenti disponibili per oltre sei mesi all’anno;
  • che si tratta di forme integrative del reddito, ma attività economiche a tutti gli effetti, con moltissimi inserzionisti che gestiscono più di un alloggio;
  • che le nuove formule compensano la mancanza di offerta poiché gli alloggi presenti su Airbnb sono concentrati soprattutto nelle grandi città e nelle principali località turistiche, dove è maggiore la presenza di esercizi ufficiali.

Il boom di locazioni turistiche sul nostro territorio sta generando molte criticità, con pericolosi sviluppi già ben evidenti:

Evasione e imposta di soggiorno. É facile pensare prima di tutto a un mancato gettito per gli Enti locali – solo per l’imposta di soggiorno – di centinaia di migliaia di euro a stagione, perché queste realtà non regolamentate non vi forniscono i dati dei propri “ospiti” e non vi corrispondono quanto invece dovuto. Tali realtà sottraggono così importanti risorse alla collettività residente nonché a tutti i turisti che ogni anno ci scelgono.

Sicurezza. Inoltre, i clienti di queste realtà non vengono comunicati alla Questura, con evidenti problemi di gestione e pubblica sicurezza sul territorio. La norma nazionale in tal senso ci chiede una comunicazione estremamente precisa ed entro orari definiti.

Spopolamento. Dinamica che sta già coinvolgendo i nostri centri storici, con sempre meno unità abitative a disposizione dei residenti e sempre più vissute a rotazione dai turisti per brevi e fugaci soggiorni, spesso condotte e sostenute dal lavoro di personale senza un regolare contratto di lavoro.

Come Associazione di categoria vi trasmettiamo una forte concorrenza sleale per chi come noi opera con impegno nella complessa normativa della ricettività alberghiera.

Nella necessaria azione legislativa del Governo per normare le locazioni brevi e ad uso turistico, vi chiediamo di:

1 – Estendere la norma “salva Venezia” anche al nostro territorio, ovvero l’emendamento che dà ai Comuni la facoltà di predisporre un regolamento con cui stabilire un limite massimo al numero di immobili che possono essere affittati in forma non imprenditoriale e fissare una durata massima delle locazioni brevi (non superiore a 120 giorni/anno, mentre per il restante periodo il Comune potrà autorizzare o meno gli affitti). Unitamente, la messa a punto di politiche abitative che tengano conto anche delle esigenze dei residenti e dei lavoratori.

2 – Attivare una strategia di controlli incrociati tra voi Amministrazioni locali, i Comandi di Polizia dei Comuni del lago e la Guardia di Finanza per portare a galla il fenomeno del sommerso e garantire dignità a chi oggi sceglie il Garda Veneto come destinazione lavorativa oppure come territorio dove svolgere un’attività imprenditoriale regolamentata.

Per le motivazioni sopra elencate, vi chiediamo di porre massima attenzione al fenomeno, cresciuto a dismisura negli ultimi anni: non va sottovalutato ed è giunto il momento di risolverlo in maniera determinata. Chi non agirà prontamente in questo senso dovrà di conseguenza assumersi la responsabilità del fatto che i giovani dei nostri Comuni saranno costretti a spostarsi sempre più nell’entroterra se non più lontano per trovare casa, il nostro personale non riuscirà a recuperare alloggi a un prezzo accessibile e l’evasione fiscale prodotta da queste realtà sarà in costante aumento».

GARDAPOST

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09Nov

Alloggi turistici: controlli necessari, anche sul Garda

9 Novembre 2022 fgv-editor Associazione 26
Le irregolarità nel campo delle locazioni turistiche negli anni è aumentato non solo in città, ma anche sulla Riviera degli Ulivi, generando difficoltà e confusione su tutto il territorio. Plaudiamo all’azione di controllo da parte della Polizia locale effettuata in città e chiediamo che le Amministrazioni comunali si muovano in maniera similare anche sulla sponda del Garda Veneto. Il problema è conosciuto da ogni cittadino e in discussione da tempo presso la nostra Associazione, che già nel 2019 – in collaborazione con Confcommercio – aveva organizzato un convegno sul tema presso la Scuola Agenti di Polizia a Peschiera d/G.


«Come Associazione che vive le dinamiche del territorio
– afferma il nostro Presidente Ivan De Beni – non siamo contrari ad altre forme di ricettività, tanto più che Federalberghi Garda Veneto ha tra i suoi Soci esercizi extra alberghieri regolamentati e che quindi garantiscono la sicurezza degli ospiti, dei collaboratori e dei cittadini con la corretta applicazione degli oneri comunali. Deve essere tuttavia attivata al più presto una strategia di controlli incrociati tra le amministrazioni locali, i comandi di Polizia dei Comuni del lago e la Guardia di Finanza per portare a galla il fenomeno del sommerso e contribuire al puntuale versamento della tassa di soggiorno. Togliere risorse alla collettività è ingiusto e dannoso sia per i turisti che ogni anno ci scelgono, sia per le future azioni di promozione di tutta la destinazione».

I dati in forma aggregata del portale accreditato Airdna Marketminder (https://www.airdna.co/) ci confermano la presenza sulla sponda veronese del lago di Garda di più di 4500 case e appartamenti privati che vengono resi disponibili per pernottamenti su portali come Airbnb, Vrbo o Homeaway fuori dalle regole del settore turistico-ricettivo. É facile pensare a un mancato gettito per gli Enti locali – solo per l’imposta di soggiorno – di centinaia di migliaia di euro a stagione. Senza contare che imposte come la Tari e l’Imu andrebbero quindi ponderate in modo diverso. Così come la distribuzione delle componenti Energia Elettrica e Gas Naturale è da rivedere, soprattutto sulla scorta dei blackout avvenuti nel corso della recente stagione turistica.

La Fondazione Think Tank Nord Est ha previso per questo 2022 un aumento del gettito derivato dalla tassa di soggiorno: +33,7% su Garda Veneto e entroterra rispetto al 2021, incremento dovuto certamente a un ritorno alla normalità dei flussi turistici dopo i picchi pandemici appena trascorsi. Il buon andamento delle cose però dovrebbe spingere in maniera ancor più decisa ad attivare operazioni di controllo su coloro che offrono servizi di pernottamento senza seguire le regole. Anche perché la mancata comunicazione delle presenze alla Questura crea oggettivi problemi di gestione del territorio. Avere un’idea puntuale di chi è presente e in quali quantità è di interesse non solo per il nostro settore, ma in particolare per chi lo deve amministrare. Non avere numeri precisi in questo senso genera difficoltà amministrative, ma anche di promozione di una destinazione.

Una foto del convegno "Abusivismo nel settore ricettivo: dimensioni e soluzioni"
organizzato in collaborazione con Confcommercio alla 
Scuola di Polizia di Peschiera d/G durante nell'ottobre 2019.

 

A tutto ciò si aggiunga che questo tipo di attività “fuorilegge” spesso sono sostenute dal lavoro di personale senza un regolare contratto di lavoro. In contemporanea, la difficoltà per i nostri collaboratori di trovare un alloggio – sia stagionale che annuale – e soprattutto di trovarlo a un prezzo accessibile. Questo crea modelli urbanistici, residenziali  e di comunità non più sostenibili (come già sta accadendo a Verona).

«L’autorizzazione ad accogliere turisti in contesti atipici come le case private o le aziende agricole – sottolinea ancora il nostro Presidente – era in origine motivata con l’esigenza di integrare il reddito di soggetti economicamente deboli e comunque accessoria rispetto all’attività principale. A causa della mancanza di una chiara regolamentazione però, il fenomeno è proliferato in modo indiscriminato, allontanandosi dall’originario principio ispiratore e dando luogo a concorrenza sleale, evasione fiscale, spopolamento dei centri storici, mancanza del rispetto delle regole di sicurezza. Per questo chiediamo che anche sul nostro territorio vengano svolte azioni simili a quelle fatte a Verona».

Una foto del nostro Presidente Ivan De Beni durante il suo intervento 
alla Scuola di Polizia di Peschiera d/G durante il convegno contro l'abusivismo nell'ottobre 2019.
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