IL BENACO E LA CITTÀ Nel 2019 le presenze sono state 19mila su 2,5 milioni
De Beni: «Il turismo russo? Marginale sul lago».
Nel 2019, l’anno record per l’industria del forestiero, si sono bagnati i piedi nel Benaco poco meno di 19mila russi per un monte presenze pari a 58.135 giornate. Briciole rispetto ai 2.588.525 arrivi per 12.046.299 presenze. I dati si riferiscono agli otto Comuni che da Malcesine a Peschiera si affacciano sul litorale veronese. «Il mercato russo non ha mai attecchito sulla sponda veneta. E’ davvero molto marginale e suppongo simile numericamente a quello dell’area lacustre lombarda», afferma il presidente di Federalberghi Garda Veneto Ivan De Beni. «Come ho già detto, può essere che le assenze, per il mercato, incidano maggiormente nelle città d’arte come Verona, dove i russi rappresentano il terzo flusso dopo Germania e Regno Unito. Intanto apriamo ufficialmente la stagione turistica con indicazioni positive. Certo a Pasqua non avremo il tutto esaurito come fu nel 2019 però contiamo di avere un buon livello di occupazione». In merito a possibile assunzioni nel settore alberghiero di profughi ucraini giunti nel territorio veronese il presidente di Federalberghi Garda Veneto è categorico: «Non dimentichiamo che devono comunque essere in possesso del permesso di soggiorno. Abbiamo appreso dai mezzi di comunicazione che sembra venga regolarizzata la loro presenza in Italia con un permesso di soggiorno di un anno, sembra poi prorogabile di un anno. Ma sono tutte notizie che al momento non trovano conferma. Questo mi fa dire che ad oggi non ci sono assunzione di personale ucraino nelle nostre strutture alberghiere», conclude Ivan De Beni. Affermazione che trovano riscontro anche dalla voce di Giosue Rossi, presidente dell’ente bilaterale turismo gardesano. Nell’ufficio con sede a Garda e che favorisce l’incontro tra domande ed offerte di lavoro presso hotel, campeggi ed agenzie di viaggio del Lago di Garda al momento non è arrivata alcuna richiesta da parte di profughi ucraini. «Nessuna domanda è stata ricevuta per il settore turistico che come si sa è alla ricerca di forza lavoro». «Ho sentito invece che in alcune cooperative che operano nel mondo del sociale (case di cura ndr) sono arrivate delle richieste di assunzione da parte di ucraini», conclude Rossi.