L’Arena – «Quasi ai livelli di Pasqua Ci riteniamo soddisfatti»
Gli operatori turistici gardesani sono soddisfatti: dopo una Pasqua che ha sfiorato il novanta per cento di occupazione, il ponte del Primo maggio è in linea con le aspettative, dopo quello del 25 aprile non brillante e le preoccupazioni per le previsioni meteo che sono avverse.«Non siamo ai livelli di Pasqua, ma è un ponte con numeri positivi», riferisce Ivan De Beni, presidente di Federaberghi Garda Veneto, che rappresenta quattrocento strutture associate. «Pensavamo peggio, visti i pronostici meteo, invece molte prenotazioni sono arrivate mercoledì e giovedì», prosegue, sottolineando come il numero maggiore di turisti sia sempre rappresentato dai tedeschi, seguiti da olandesi (per cui in questi giorni ricorre la festa nazionale dedicata al re) e italiani.«Ci sono meno presenze di Pasqua ma gente ce n’è, siamo contenti», conferma il presidente di AssogardaCamping Giovanni Bernini.Uguale sentore arriva dal suo collega Stefano Cesari, che è il titolare del Campeggio del Garda tra Peschiera e Castelnuovo: «Sta andando molto bene nonostante le previsioni minaccino brutto tempo, motivo per cui in passato si registravano anche disdette. Una chicca per analizzare come sta evolvendo il turismo: nei giorni scorsi abbiamo registrato tanti arrivi di vacanzieri da Serbia, Croazia e Slovenia, un flusso inaspettato forse legato a una ricorrenza che c’è anche nei paesi dell’ex Jugoslavia».Sull’andamento generale della stagione Cesari conferma che i numeri importanti si rivedranno in occasione della festa di Pentecoste, a luglio e agosto, «periodi fortemente prenotati, mentre chi si muove nelle mezze stagioni lo fa last minute». Dall’alto lago risponde Vittorio Mazzoldi, presidente dell’Associazione albergatori di Malcesine: «Il ponte ha risposto bene nonostante il meteo non sia dei più favorevoli. La prevalenza è sempre estera, con i primi inglesi e anche un po’ di italiani». C’è soddisfazione anche nel comparto delle locazioni turistiche: «Per questo fine settimana lungo abbiamo meno appartamenti occupati, sia perché richiediamo una permanenza di almeno cinque notti, sia perché alcuni sono usati dai proprietari», spiega Michele Smania, titolare dell’agenzia Interlingua Immobiliare di Lazise, con cui gestisce una settantina di locazioni tra Lazise e Bardolino.«La prospettiva per l’estate è molto buona», conclude Smania, «a luglio e agosto ho dei residence già al completo».
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Corriere del Trentino – Gli albergatori e la siccità del Garda: «Livelli normali, basta autoterrorismo»
Federalberghi: «Evitare fake news, allarmismi e danni di immagine».
«Serve un netto cambio di rotta nella comunicazione della situazione idrica sul lago di Garda per evitare fake news, inutili allarmismi e soprattutto un notevole danno di immagine per tutta la destinazione». Scrivono così, in un comunicato congiunto, Federalberghi Brescia, Federalberghi Garda Veneto e l’Associazione albergatori e imprese turistiche della Pat (Asat) affrontando il tema-siccità relativo al lago più grande d’Italia.
«Cambiare la narrazione»
Le associazioni di categoria ci vanno giù decise: «Da sei mesi a questa parte assistiamo a un fiorire pressoché continuo di articoli, interviste, dichiarazioni — si legge — Siamo ben consapevoli che il problema esista e ne sono informati anche la politica e gli organi preposti, ma la sua narrazione va cambiata». La questione «non è solo nostra — si aggiunge — Secondo “l’European State of the Climate 2022”, l’Europa si è riscaldata più velocemente di qualsiasi altro continente negli ultimi decenni, con temperature in aumento al doppio della media globale». E ancora: «Durante la stagione calda, che va da luglio a settembre, il 73% dei laghi dell’intera regione ha visto temperature costantemente sopra la media, in particolare in Spagna. La mancanza di precipitazioni durante il 2022 ha contribuito indubbiamente a creare condizioni di sofferenza (l’anno nel suo complesso è stato più secco del 10% rispetto alla media), tuttavia le anomalie più rilevanti sono state registrate in Germania, Spagna e Regno Unito». Dove, però, dice il presidente di Federalberghi Garda Veneto, Ivan De Beni, le stesse condizioni climatiche «sono vissute senza questa enfatizzazione» — commenta — Il Garda non è ancora tra i bacini lacuali a rischio idrico, anche se non smettiamo di monitorato».
Sensibilizzare gli ospiti
Secondo Petra Mayr, presidentessa di Asat Alto Garda e Ledro «dobbiamo fare attenzione nell’utilizzo delle risorse e sensibilizzare i nostri ospiti e collaboratori». Per Alessandro Fantini, presidente di Federalberghi Brescia, «le tre Federalberghi hanno deciso di condividere strategie comuni per soggiorni indimenticabili — si conclude nella nota — A volte non siamo aiutati da chi deve prendere le decisioni e non si rende conto che certe disattenzioni posso arrecare un danno importante a un comparto come quello turistico. Questo vale anche per la comunicazione che deve essere il più possibile obiettiva, senza la continua ricerca di pathos».
Veronaeconomia (Veronanetwork) – Crisi idrica. Federalberghi: «Basta fare autoterrorismo»
Le associazioni di categoria di Federalberghi Brescia, Federalberghi Garda Veneto e Associazione Albergatori e Imprese Turistiche della Provincia di Trento, lamentano un allarmismo ingiustificato sulla crisi idrica del lago di Garda: «Così danneggiamo l’immagine del territorio».
Basta fare e farci del male da soli sul tema della siccità e della crisi idrica sul lago di Garda. Questo l’appello delle Associazioni di categoria Federalberghi Brescia, Federalberghi Garda Veneto e Associazione Albergatori e Imprese Turistiche della Provincia di Trento (ASAT) per evitare fake news e allarmismi che potrebbero danneggiare il flusso turistico.
«Da 6 mesi a questa parte assistiamo a un fiorire pressoché continuo di articoli, interviste, dichiarazioni e in generale un’intera comunicazione che puntano sempre più volentieri sull’emergenza e la crisi. – si legge nel comunicato congiunto – Come Associazioni di categoria che rappresentano più di 1200 strutture alberghiere sparse su tutto il lago di Garda, per un totale di oltre 50mila posti letto, un fatturato vicino al miliardo di euro e un indotto pressoché incalcolabile, siamo interlocutori principali del turismo e sentinelle attente del territorio gardesano. Siamo ben consapevoli che il problema esista e ne sono informati anche la politica e gli organi preposti, ma la sua narrazione va certamente cambiata e ridimensionata».
«Innanzitutto va sottolineato che la questione non è solo nostra: secondo l’European State of the Climate 2022 fornito dal servizio di osservazione della Terra UE, l’Europa si è riscaldata più velocemente di qualsiasi altro continente negli ultimi decenni, con temperature in aumento al doppio della media globale. Durante la stagione calda, che va da luglio a settembre, il 73% dei laghi dell’intera regione ha visto temperature costantemente sopra la media, in particolare in Spagna. La mancanza di precipitazioni durante il 2022 ha contribuito indubbiamente a creare condizioni di sofferenza (l’anno nel suo complesso è stato più secco del 10% rispetto alla media), tuttavia le anomalie più rilevanti sono state registrate in Germania, Spagna e Regno Unito» continua il comunicato.
Ivan De Beni, presidente di Federalberghi Garda Veneto è intervenuto sulla questione: «Ebbene sì, il Garda non è ancora tra i bacini lacuali a rischio idrico. Certo, questo non ci deve certamente far cessare di tenerlo costantemente monitorato, ma siamo ben lontani dai toni allarmistici di questi ultimi mesi. Gridare a un Benaco in secca e postare foto degli scogli affiorati, non fa che generare un danno all’immagine e alla promozione di una destinazione che negli ultimi anni è sempre stata al top di classifica, con 25 milioni di presenze l’anno. Tanto più che altri Paesi europei come Francia e Spagna stanno vivendo le stesse condizioni climatiche, ma senza questa enfatizzazione».
«Le mancate precipitazioni hanno senza dubbio comportato un abbassamento del livello dell’acqua, ma non siamo certamente in emergenza idrica: il lago ha una massa d’acqua e una profondità che permettono di stare tranquilli. – spiega Petra Mayr, presidentessa di ASAT Alto Garda e Ledro – Naturalmente dobbiamo fare attenzione nell’utilizzo delle risorse e sensibilizzare i nostri ospiti e collaboratori affinché non la sprechino e tengano comportamenti responsabili. I nostri clienti spesso provengono da Paesi dove c’è già un’emergenza idrica e quindi sono sensibili al tema e pronti a fare qualche piccola rinuncia. Ritengo che sia pertanto necessario coinvolgerli ai fini di una corretta comunicazione».
È intervenuto anche Alessandro Fantini, presidente di Federalberghi Brescia: «Il lago di Garda è un territorio prezioso che si trova suddiviso fra tre provincie, ma nella percezione del turista è un’unica realtà. Per questo motivo le tre Federalberghi hanno deciso di condividere strategie comuni con la finalità di rendere il soggiorno dei nostri ospiti indimenticabile. Perché succeda questo è necessario che tutto il territorio sia accogliente, dagli eventi alla viabilità, dalla salubrità delle acque alla gestione della depurazione. A volte non siamo aiutati da chi deve prendere le decisioni e non si rende conto che certe disattenzioni posso arrecare un danno importante ad un comparto come quello turistico, di straordinaria importanza sia in termini diretti che indiretti. Questo vale anche per la comunicazione che deve essere il più possibile obiettiva, senza la continua ricerca di pathos».
Le associazioni ora invocano azioni di tutela del territorio basate su un cambio culturale delle persone, anche di coloro che lo vivono da turiste, per il presente e i prossimi anni. Federalberghi Garda Veneto ha avviato a proposito la campagna “Together Lake Garda” – che oggi viene condivisa da Federalberghi Brescia e da ASAT – fornendo alle strutture alberghiere associate prontuari da esporre nelle hall e nelle camere con consigli e suggerimenti per risparmiare Energia Elettrica e acqua e agli operatori efficaci vademecum per sviluppare forme concrete di riduzione dello spreco di acqua negli ambiti più sensibili all’utilizzo e dove quindi si può effettivamente fare la differenza.
Veronasera – Siccità e lago di Garda, gli albergatori: «Basta allarmismi, non siamo in emergenza»
Federalberghi Brescia, Federalberghi Garda Veneto e Associazione Albergatori e Imprese Turistiche della Provincia di Trento (ASAT), hanno diffuso una nota per chiedere una narrazione maggiormente obiettiva sulla situazione del Benaco.
Basta fare e farci del male da soli sul tema della siccità e della crisi idrica sul lago di Garda: da 6 mesi a questa parte assistiamo a un fiorire pressoché continuo di articoli, interviste, dichiarazioni e in generale un’intera comunicazione che puntano sempre più volentieri sull’emergenza e la crisi”, inizia così la nota congiunta di Federalberghi Brescia, Federalberghi Garda Veneto e Associazione Albergatori e Imprese Turistiche della Provincia di Trento (ASAT), che chiedono un cambio di rotta per quanto riguarda l’informazione relativa alla situazione idrica del Benaco.
“Come Associazioni di categoria che rappresentano più di 1200 strutture alberghiere sparse su tutto il lago di Garda, per un totale di oltre 50 mila posti letto, un fatturato vicino al miliardo di euro e un indotto pressoché incalcolabile, siamo interlocutori principali del turismo e sentinelle attente del territorio gardesano. Siamo ben consapevoli che il problema esista e ne sono informati anche la politica e gli organi preposti, ma la sua narrazione va certamente cambiata e ridimensionata”, sostengono le associazioni di categoria, sottolineando dunque l’impatto che un eccessivo allarmismo potrebbe avere sulla economia lacustre.
“Innanzitutto va sottolineato che la questione non è solo nostra – proseguono nella nota -: secondo l’European State of the Climate 2022 fornito dal servizio di osservazione della Terra UE, l’Europa si è riscaldata più velocemente di qualsiasi altro continente negli ultimi decenni, con temperature in aumento al doppio della media globale. Durante la stagione calda, che va da luglio a settembre, il 73% dei laghi dell’intera regione ha visto temperature costantemente sopra la media, in particolare in Spagna. La mancanza di precipitazioni durante il 2022 ha contribuito indubbiamente a creare condizioni di sofferenza (l’anno nel suo complesso è stato più secco del 10% rispetto alla media), tuttavia le anomalie più rilevanti sono state registrate in Germania, Spagna e Regno Unito”.
«Ebbene sì, il Garda non è ancora tra i bacini lacuali a rischio idrico – ha detto Ivan De Beni, presidente di Garda -. Certo, questo non ci deve certamente far cessare di tenerlo costantemente monitorato, ma siamo ben lontani dai toni allarmistici di questi ultimi mesi. Gridare a un Benaco in secca e postare foto degli scogli affiorati, non fa che generare un danno all’immagine e alla promozione di una destinazione che negli ultimi anni è sempre stata al top di classifica, con 25 milioni di presenze l’anno. Tanto più che altri Paesi europei come Francia e Spagna stanno vivendo le stesse condizioni climatiche, ma senza questa enfatizzazione».
Petra Mayr, presidentessa di ASAT Alto Garda e Ledro, ha aggiunto: «Le mancate precipitazioni hanno senza dubbio comportato un abbassamento del livello dell’acqua, ma non siamo certamente in emergenza idrica: il lago ha una massa d’acqua e una profondità che permettono di stare tranquilli. Naturalmente dobbiamo fare attenzione nell’utilizzo delle risorse e sensibilizzare i nostri ospiti e collaboratori affinché non la sprechino e tengano comportamenti responsabili. I nostri clienti spesso provengono da Paesi dove c’è già un’emergenza idrica e quindi sono sensibili al tema e pronti a fare qualche piccola rinuncia. Ritengo che sia pertanto necessario coinvolgerli ai fini di una corretta comunicazione».
«Il lago di Garda è un territorio prezioso che si trova suddiviso fra tre provincie, ma nella percezione del turista è un’unica realtà. Per questo motivo le tre Federalberghi hanno deciso di condividere strategie comuni con la finalità di rendere il soggiorno dei nostri ospiti indimenticabile. Perché succeda questo è necessario che tutto il territorio sia accogliente, dagli eventi alla viabilità, dalla salubrità delle acque alla gestione della depurazione. A volte non siamo aiutati da chi deve prendere le decisioni e non si rende conto che certe disattenzioni posso arrecare un danno importante ad un comparto come quello turistico, di straordinaria importanza sia in termini diretti che indiretti. Questo vale anche per la comunicazione che deve essere il più possibile obiettiva, senza la continua ricerca di pathos», così si è espresso Alessandro Fantini, presidente di Federalberghi Brescia.
“In alternativa a una narrazione allarmistica che fa degli stati emergenziali il suo Leitmotiv, pensiamo siano invece maggiormente efficaci azioni di tutela del territorio basate su un cambio culturale delle persone, anche di coloro che lo vivono da turiste, per il presente e i prossimi anni. Federalberghi Garda Veneto lo ha fatto con la campagna ‘Together Lake Garda’, che oggi viene condivisa da Federalberghi Brescia e da ASAT, fornendo alle strutture alberghiere associate semplici prontuari da esporre nelle hall e nelle camere con consigli e suggerimenti per risparmiare Energia Elettrica e acqua e agli operatori efficaci vademecum per sviluppare forme concrete di riduzione dello spreco di acqua negli ambiti più sensibili all’utilizzo e dove quindi si può effettivamente fare la differenza”, concludono le tre associazioni.
Bresciaoggi – Albergatori del Garda: «La siccità rischia di fare evaporare l’immagine del lago»
I titolari delle strutture ricettive temono ricadute negative sull’appeal del comprensorio delle fake newsI titolari delle strutture ricettive temono ricadute negative sull’appeal del comprensorio delle fake news.
La crisi idrica non va sottovalutata, ma neppure enfatizzata con il rischio di diventare un boomerang per gli operatori turistici del Garda. È l’auspicio dei rappresentanti di categoria dei gestori delle strutture ricettive delle tre sponde del Benaco. «Il lago di Garda è un territorio di grande appeal che nella percezione del turista viene concepito come un’unica realtà – premette Alessandro Fantini, presidente di Federalberghi Brescia -. Per questo le tre Federalberghi hanno deciso di condividere strategie comuni con la finalità di rendere il soggiorno dei nostri ospiti indimenticabile. Perché succeda questo è necessario che tutto il territorio sia accogliente, dagli eventi alla viabilità, dalla salubrità delle acque alla gestione della depurazione».
La siccità: un fenomeno nazionale e non solo
La siccità è un fenomeno che coinvolge l’intero territorio nazionale «per questo non deve passare l’idea che il Benaco sia più in emergenza di altri comprensori. Sarebbe un danno per l’immagine», spiega Alessando Fantini. Verò è che al netto del decreto legge che ha istituito il commissario anti-siccità, sulla crisi idrica è stata istituita una cabina di regia tra tutti i ministeri interessati per definire un piano idrico straordinario nazionale d’intesa con le Regioni e gli enti territoriali e individuare le priorità di intervento, la loro adeguata programmazione, utilizzando anche nuove tecnologie.
“Sorvegliato speciale” di Regione Lombardia è il Garda
Il Pirellone sta concentrando i suoi sforzi sul Garda, il principale serbatoio nazionale per usi idropotabili e per l’irrigazione, le due priorità che vengono prima delle pur legittime richieste degli operatori turistici di mantenere il lago in buona salute. Alle riunioni coordinate dal presidente della Regione Attilio Fontana il dibattito sulla crisi idrica per individuare le priorità di intervento e la loro adeguata programmazione verte non a caso soprattutto sulla questione delle nuove deroghe da valutare per la regolazione dei deflussi minimi vitali dai laghi ai fiumi ai corsi d’acqua e i canali irrigui. Sul Garda si lavora a misure preventive in vista dei mesi estivi quando le richieste di acqua per uso irriguo delle campagne mantovane imporranno, decisioni drastiche.
Ceresa, segretario Comunità del Garda: “Anche noi preoccupati per le notizie false della stampa tedesca sulla siccità”
«Siamo in contatto sia con Federalberghi – premette il segretario generale della Comunità del Garda Pierlucio Ceresa – e anche noi siamo preoccupati per il ripetersi di notizie false della stampa tedesca sulla siccità che potrebbero ripercuotersi in ambito turistico. Il problema della crisi idrica è rilevante per quanto concerne l’uso agricolo, non per gli usi turistici: con un lago a 136 metri di profondità media, anche se ne mancano all’appello circa 60 centimetri come in questo periodo, il turista può fare tutti gli sport che desidera, andando in barca, sulle tavole a vela e navigare, al netto di Navigarda che sotto la soglia dei + 30 cm di livello utilizza in alcune tratte i catamarani». Anche venerdì in Comune a Salò durante la riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza in presenza del Prefetto di Brescia «ho riproposto il problema di attenzione ai tuffi, come lo scorso anno – ricorda Ceresa. La situazione del Garda è sotto gli occhi di tutti: mai accaduto da quando c’è la diga di Salionze che in questo periodo il livello fosse così basso. Mancando 60 cm noi non diciamo di non tuffarsi, ma di fare attenzione e le amministrazioni emetteranno ordinanze in tal senso. Sulla stampa tedesca lo scorso anno era uscito che non ci si poteva tuffare. Per questo già adesso ho rifiutato interviste da tv e giornali tedeschi perché hanno solo interesse a fare scalpore, come lo scorso anno quando le mie parole di attenzione sono state distorte e interpretate in modo denigratorio per il lago. La situazione dei livelli, ripeto, è preoccupante non per gli usi turistici ma quelli agricoli e umani con le captazioni, come del resto dice anche Acque Bresciane. Il turismo – conclude Ceresa – è un prodotto che si compra e si vende: chi ha investito in altre località straniere adesso ha tutto interesse a denigrare il lago per dirottare il flusso turistico verso altre nazioni».
L’Arena – Garda e siccità, l’ira degli albergatori
Le associazioni di albergatori di tutte e tre le sponde intervengono sulle condizioni del Benaco. Alleanza in vista della nuova stagione estiva. De Beni: «Il nostro non è tra i bacini a rischio idrico Lontani dalla situazione difficile dei mesi scorsi Evitare danni di immagine per il nostro territorio».
Da un lato l’imperativo giornalistico di informare, che si traduce anche nel raccontare la siccità e i suoi effetti nell’alveo del fenomeno più ampio del cambiamento climatico. Dall’altro, in questo caso, le possibili ripercussioni sul mondo turistico, con il timore che la sovraesposizione mediatica del Garda possa spaventare i turisti e spingerli a scegliere altri lidi. Timore esplicitato ieri dalle associazioni di categoria Federalberghi Garda Veneto, Federalberghi Brescia e Associazione albergatori e imprese turistiche della Provincia di Trento, che hanno invocato «un netto cambio di rotta nella comunicazione della situazione idrica sul lago di Garda per evitare fake news, inutili allarmismi e, soprattutto, un notevole danno di immagine per tutta la destinazione».Risale alla scorsa estate un esempio di fake news, o quantomeno di informazione distorta circolata in Germania attraverso uno dei suoi più importanti quotidiani che ha titolato così: «L’Italia avverte: non tuffatevi nel lago di Garda, c’è troppa poca acqua dentro». Una notizia travisata partendo probabilmente dalle raccomandazioni che circolavano sulla necessità di evitare tuffi dai pontili, visto che l’effetto dei livelli bassi si percepisce lungo la costa (problema sottolineato anche nel Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica di fine marzo, presieduto dal prefetto Donato Cafagna, all’esito del quale con i Comuni gardesani sono stati concordati un’ordinanza unitaria e cartelli informativi per vietare tuffi dai pontili). Al netto delle preoccupazioni per il comparto agricolo che utilizza l’acqua del lago per l’irrigazione, delle accortezze necessarie alla navigazione sotto costa e delle immagini suggestive di alcuni affioramenti, il lago è tutt’altro che in secca. Ha una profondità massima di 346 metri e la misura del livello, che ieri sfiorava i 50 centimetri sullo zero idrometrico di Peschiera, dà solo un’indicazione della disponibilità d’acqua per fini irrigui. «Come associazioni di categoria che rappresentano più di 1.200 strutture alberghiere sparse su tutto il lago di Garda, per un totale di oltre 50mila posti letto, un fatturato vicino al miliardo di euro e un indotto pressoché incalcolabile, siamo consapevoli che il problema esiste e ne sono informati la politica e gli organi preposti, ma la sua narrazione va cambiata e ridimensionata», si legge in una nota congiunta. «Innanzitutto», proseguono, «la questione non è solo nostra: secondo l’European State of the Climate 2022 fornito dal servizio di osservazione della Terra dell’Ue, l’Europa si è riscaldata più velocemente di qualsiasi altro continente negli ultimi decenni, con temperature in aumento al doppio della media globale. Durante la stagione calda il 73% dei laghi ha visto temperature costantemente sopra la media, in particolare in Spagna». E ancora: «La mancanza di precipitazioni durante il 2022 ha contribuito indubbiamente a creare condizioni di sofferenza (l’anno nel suo complesso è stato più secco del 10% rispetto alla media), tuttavia le anomalie più rilevanti sono state registrate in Germania, Spagna e Regno Unito». L’impegno, sottolineano le associazioni, va focalizzato sulla sensibilizzazione. Federalberghi Garda Veneto lo ha fatto con la campagna «Together Lake Garda», oggi condivisa dai colleghi bresciani e trentini, che fornisce alle strutture associate un vademecum per sviluppare forme concrete di riduzione dello spreco oltre a semplici prontuari da esporre nelle hall e nelle camere con consigli e suggerimenti agli ospiti per risparmiare energia elettrica e acqua. «Il Garda non è ancora tra i bacini lacuali a rischio idrico», rimarca Ivan De Beni, presidente di Federalberghi Garda Veneto, «questo non ci deve far cessare di tenerlo monitorato, ma siamo ben lontani dai toni allarmistici di questi ultimi mesi. Gridare a un Benaco in secca e postare foto degli scogli affiorati», prosegue il presidente di Federalberghi, «non fa che generare un danno all’immagine e alla promozione di una destinazione che negli ultimi anni è sempre stata al top di classifica, con 25 milioni di presenze l’anno. Tanto più che altri Paesi europei come la Francia e la Spagna stanno vivendo le stesse condizioni climatiche, ma senza questa enfatizzazione».
L’Arena, 23 aprile 2023, p. 14
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Crisi idrica sul Garda? Smettiamola di farci autoterrorismo
Le Associazioni di categoria Federalberghi Brescia, Federalberghi Garda Veneto e Associazione Albergatori e Imprese Turistiche della Provincia di Trento (ASAT) insieme per comunicare la necessità di un netto cambio di rotta nella comunicazione della situazione idrica sul lago di Garda per evitare fake news, inutili allarmismi e soprattutto un notevole danno di immagine per tutta la destinazione.
Basta fare e farci del male da soli sul tema della siccità e della crisi idrica sul lago di Garda: da 6 mesi a questa parte assistiamo a un fiorire pressoché continuo di articoli, interviste, dichiarazioni e in generale un’intera comunicazione che puntano sempre più volentieri sull’emergenza e la crisi.
Come Associazioni di categoria che rappresentano più di 1200 strutture alberghiere sparse su tutto il lago di Garda, per un totale di oltre 50mila posti letto, un fatturato vicino al miliardo di euro e un indotto pressoché incalcolabile, siamo interlocutori principali del turismo e sentinelle attente del territorio gardesano. Siamo ben consapevoli che il problema esista e ne sono informati anche la politica e gli organi preposti, ma la sua narrazione va certamente cambiata e ridimensionata.
Innanzitutto va sottolineato che la questione non è solo nostra: secondo l’European State of the Climate 2022 fornito dal servizio di osservazione della Terra UE, l’Europa si è riscaldata più velocemente di qualsiasi altro continente negli ultimi decenni, con temperature in aumento al doppio della media globale. Durante la stagione calda, che va da luglio a settembre, il 73% dei laghi dell’intera regione ha visto temperature costantemente sopra la media, in particolare in Spagna. La mancanza di precipitazioni durante il 2022 ha contribuito indubbiamente a creare condizioni di sofferenza (l’anno nel suo complesso è stato più secco del 10% rispetto alla media), tuttavia le anomalie più rilevanti sono state registrate in Germania, Spagna e Regno Unito.
Ivan De Beni, presidente di Federalberghi Garda Veneto
«Ebbene sì, il Garda non è ancora tra i bacini lacuali a rischio idrico. Certo, questo non ci deve certamente far cessare di tenerlo costantemente monitorato, ma siamo ben lontani dai toni allarmistici di questi ultimi mesi. Gridare a un Benaco in secca e postare foto degli scogli affiorati, non fa che generare un danno all’immagine e alla promozione di una destinazione che negli ultimi anni è sempre stata al top di classifica, con 25 milioni di presenze l’anno. Tanto più che altri Paesi europei come Francia e Spagna stanno vivendo le stesse condizioni climatiche, ma senza questa enfatizzazione».
Petra Mayr, presidentessa di ASAT Alto Garda e Ledro
«Le mancate precipitazioni hanno senza dubbio comportato un abbassamento del livello dell’acqua, ma non siamo certamente in emergenza idrica: il lago ha una massa d’acqua e una profondità che permettono di stare tranquilli. Naturalmente dobbiamo fare attenzione nell’utilizzo delle risorse e sensibilizzare i nostri ospiti e collaboratori affinché non la sprechino e tengano comportamenti responsabili. I nostri clienti spesso provengono da Paesi dove c’è già un’emergenza idrica e quindi sono sensibili al tema e pronti a fare qualche piccola rinuncia. Ritengo che sia pertanto necessario coinvolgerli ai fini di una corretta comunicazione».
Alessandro Fantini, presidente di Federalberghi Brescia
«Il lago di Garda è un territorio prezioso che si trova suddiviso fra tre provincie, ma nella percezione del turista è un’unica realtà. Per questo motivo le tre Federalberghi hanno deciso di condividere strategie comuni con la finalità di rendere il soggiorno dei nostri ospiti indimenticabile. Perché succeda questo è necessario che tutto il territorio sia accogliente, dagli eventi alla viabilità, dalla salubrità delle acque alla gestione della depurazione. A volte non siamo aiutati da chi deve prendere le decisioni e non si rende conto che certe disattenzioni posso arrecare un danno importante ad un comparto come quello turistico, di straordinaria importanza sia in termini diretti che indiretti. Questo vale anche per la comunicazione che deve essere il più possibile obiettiva, senza la continua ricerca di pathos».
In alternativa a una narrazione allarmistica che fa degli stati emergenziali il suo Leitmotiv, pensiamo siano invece maggiormente efficaci azioni di tutela del territorio basate su un cambio culturale delle persone, anche di coloro che lo vivono da turiste, per il presente e i prossimi anni. Federalberghi Garda Veneto lo ha fatto con la campagna “Together Lake Garda” – che oggi viene condivisa da Federalberghi Brescia e da ASAT – fornendo alle strutture alberghiere associate semplici prontuari da esporre nelle hall e nelle camere con consigli e suggerimenti per risparmiare Energia Elettrica e acqua e agli operatori efficaci vademecum per sviluppare forme concrete di riduzione dello spreco di acqua negli ambiti più sensibili all’utilizzo e dove quindi si può effettivamente fare la differenza.
L’Arena – Turismo, dal Garda arriva il primo sì al numero chiuso
De Beni: «Di sovraturismo si muore, il rischio è che gli ospiti non tornino e facciano cattiva pubblicità. Politiche condivise e stop a nuovi alberghi».
Una voce fuori dal coro. Ivan De Beni, presidente di Federalberghi Garda Veneto e già sindaco di Bardolino, è uno dei pochi a difendere l’iniziativa di Bolzano di mettere un tetto ai pernottamenti. E rilancia: «Di sovraturismo si muore. La destinazione è come un contenitore. Se continua ad essere riempito a un certo punto straborda, scoppia. In questo caso la località non è più accattivante, diventa una seconda o terza scelta e il turista finisce per andare verso altri lidi. Così si crea un’eccessiva offerta ricettiva e la conseguente svendita delle camere».
C’è un modello da prendere ad esempio per cambiare rotta?
Più di uno. Intanto diventa interessante monitorare ciò che succederà in Alto Adige con la scelta di mettere un numero chiuso ai pernottamenti. Quale occasione migliore per capire come si evolve il mercato turistico? L’esempio sono invece le Hawaii che hanno bloccato le entrate. Hanno visto che era un boomerang per il turista stesso e per chi ci vive; la destinazione è andata sotto stress. Mettendo un freno hanno iniziato a raccogliere i benefici.
Qual è la direzione che sta prendendo il lago di Garda?
Il Benaco inteso come le tre sponde ha oggi un grande appeal turistico-economico. E’ una destinazione di prima scelta. All’estero c’è grande interesse da parte dei tour operator e nei prossimi anni sicuramente avremmo un costante aumento di presenze.
A chi compete definire lo sviluppo turistico del Garda?
Un ruolo interessante per la parte veneta lo potrebbe avere la neonata fondazione “Destination Verona & Garda Foundation”, braccio operativo delle due Dmo Verona e Lago di Garda Veneto. Riunisce i Comuni e la Camera di Commercio di Verona. Se invece ragioniamo come sistema lago un ruolo interessante potrebbe assumerlo la Comunità del Garda che unisce le tre sponde e che su questi temi ha già negli anni dimostrato grande sensibilità. Un altro ente potrebbe essere il Garda unico che raggruppa i tre Consorzi veneto, lombardo e trentino. Gli strumenti ce li abbiamo, basta solo utilizzarli.
Sente la necessità di varare un masterplan per “disegnare” il Garda dei prossimi venti anni?
Sarebbe l’ideale. Il nostro territorio ha un’offerta turistica variegata e diventa interessante raccogliere le necessità e gli indirizzi dei vari attori e avere quindi gli strumenti e i dati sui quali prendere decisioni importanti.
Spesso i Comuni agiscono in autonomia. Non c’è il rischio che ognuno voglia di più solo per se stesso?
È esattamente ciò che sta accadendo. Le decisioni vengono prese a macchia di leopardo. C’è chi investe di più chi meno. Abbiamo esempi di piccoli Comuni che negli ultimi anni hanno avviato una massiccia operazione di ampliamenti e realizzazione di nuovi posti letto. Una piccola comunità non può avere una capacità ricettiva in piena estate superiore cinque volte gli stessi residenti. Quel paese, e non solo il turista, va sotto stress. Chi viene da noi vuole un ambiente di qualità.
Può succedere che il turista soffra di sovraffollamento?
Sì. Il rischio non è solo che i nostri ospiti non tornino ma che a casa facciano cattiva pubblicità. Secondo le statistiche un turista che si è trovato male in vacanza influenza negativamente altri sette ipotetici clienti. Non solo non torna lui.
Il lago si sta preparando al cambio generazionale del turista?
No, o meglio in maniera molto lenta. I giovani scelgono e privilegiano destinazioni a sostenibilità ambientale. Purtroppo non c’è una pianificazione comune e si sta facendo veramente poco su questi temi. Nel nostro piccolo stiamo indirizzando i nostri soci (sono 400 le strutture alberghiere iscritte a Federalberghi Garda Veneto ndr) a eliminare l’uso della plastica, a seguire piccole regole per risparmiare a livello energetico, e a non sprecare l’acqua.
In conclusione che fare per evitare sovraffollamento di turisti?
Ci vuole un cambio di rotta: bloccare ogni nuova struttura sia alberghiera che ricettiva per evitare consumo di territorio e nuovi posti letto. Dobbiamo fermarci e gestire la ricettività che abbiamo.
L’Arena- La Riviera degli ulivi presa d’assalto da italiani e stranieri
Già lo scorso anno la sponda veronese aveva registrato ottimi risultati. Il presidente degli albergatori De Beni: «Per gli hotel l’occupazione è già arrivata al 90 per cento» Ottima l’affluenza anche nei campeggi gardesani.
Ci si prepara ad una Pasqua quasi da tutto esaurito sul lago di Garda, dove si attende il pienone di turisti, italiani e stranieri, che in massa hanno prenotato nelle strutture ricettive della Riviera degli Ulivi che nei giorni scorsi hanno riaperto i battenti per il riavvio di una nuova stagione, su cui il settore guarda con estrema fiducia. Con l’avvio del lungo fine settimana pasquale, da Peschiera a Malcesine, alberghi e campeggi (oltre alle altre attività che operano nel comparto turistico) si avviano ad accogliere gli ospiti provenienti sia dall’Italia che dall’estero. Ivan De Beni, presidente di Federalberghi Garda Veneto, conferma le previsioni e impressioni dei giorni scorsi. «Per gli hotel ribadiamo una occupazione attorno al 90 per cento, tra nuove prenotazioni last minute bilanciate da qualche disdetta. Ma le premesse sono più che buone», afferma De Beni, da poco rieletto alla presidenza dell’associazione di categoria, che conta circa quattrocento strutture lungo l’area gardesana lungo la costa scaligera. Per gli alberghi la stagione turistica si presenta quindi sotto i migliori auspici, non solo per questa fase iniziale ma per tutto il periodo primaverile ed estivo.Le sensazioni più che positive si registrano anche tra chi lavora nei campeggi. Giovanni Bernini, presidente dell’Assogardacamping, gruppo affiliato a Faita Veneto che riunisce proprietari di campeggi e complessi turistico-ricettivi all’aria aperta della provincia di Verona, conferma: «Siamo vicini al tutto esaurito. Certi campeggi sono già pieni. L’affluenza è ottima pressoché ovunque. Già lo scorso anno si era assistito al primo vero anno post Covid, sebbene qualche turista fosse ancora indeciso. Ora tutto è tornato nella norma. Queste giornate soleggiate, seppure un po’ fredde, aiutano le prenotazioni last minute», afferma Bernini. «Insomma sarà un’ottima Pasqua, grazie soprattutto ai turisti stranieri, tedeschi in testa, che rappresentano lo zoccolo duro delle presenze. Non mancano comunque svizzeri, olandesi e francesi, senza dimenticare ovviamente gli italiani, che sono comunque in aumento», aggiunge il presidente dell’associazione delle strutture «open air» gardesane.Il trend positivo del comparto è confermato anche dai numeri consuntivi sulla stagione turistica dello scorso anno, con dati, forniti dalla Camera di Commercio, che si avvicinano ai livelli raggiunti prima della pandemia: nel 2022 in tutta la provincia di Verona le presenze sono state 17,1 milioni, pari quasi al 2019, e comunque il 32,8 per cento in più rispetto al 2021. Dopo un paio d’anni di turismo di prossimità, tornano in massa i turisti stranieri: 13 milioni le presenze, in crescita del 43,7 per cento rispetto allo scorso anno (5,3 per cento in meno rispetto al 2019). Le presenze italiane sono state 4,1 milioni, in aumento del 7,1 per cento rispetto al 2022 (in calo del 3,6 per cento rispetto al 2019). In questo quadro la parte del leone la fa proprio il lago di Garda, principale destinazione con 13,3 milioni di presenze (29 per cento in più rispetto al 2022 e 1,1 per cento in meno a confronto con il 2019). Di queste 11,1 milioni provengono da oltre confine e 2,2 milioni sono italiani. Segue la città di Verona con 2,4 milioni di presenze complessive (1,4 milioni quelle straniere, 1 milione le italiane).Nel resto della provincia scaligera, le presenze sono state 1,4 milioni nel 2022 (in forte ripresa sul 2021 con un incremento del 21 per cento, mentre rispetto al periodo pre-covid si registra un calo del 22,9 per cento).«Nelle due destinazioni Lago di Garda e Verona», afferma Paolo Artelio, presidente della Destination Verona & Garda Foundation, creata su input della Camera di Commercio di Verona, raggruppando 65 Comuni della provincia, che rappresentano il 91 per cento delle presenze turistiche complessive, «il turismo è già uno dei principali fattori di attrattività e nei territori identificati dai quattro marchi d’area (Lessinia, Valpolicella, Soave ed Est Veronese e Pianura dei Dogi) lo sta diventando. Il sistema della governance mira a valorizzare ciascuna delle destinazioni e dei marchi d’area, con le loro peculiarità ed eccellenze e a creare flussi dalle due destinazioni ai marchi d’area, ma anche con uno spillover inverso: anche i quattro marchi d’area possono influenzare l’andamento del turismo dei due poli principali, con turismo lento, slow, sostenibilità».
L’Arena – Lago verso il tutto esaurito per Pasqua
È iniziata ufficialmente ieri la nuova stagione sulla Riviera degli olivi: complici il Vinitaly e le imminenti vacanze si comincia a gonfie vele nei paesi lacustri.
Sono arrivati tedeschi, ma anche olandesi, danesi e svizzeri De Beni: «C’è il 90% di occupazione e manca ancora il last minute».
Lago di Garda invaso dai vacanzieri. È iniziata ufficialmente ieri la nuova stagione turistica sulla Riviera degli Olivi. Complice il Vinitaly e le imminenti vacanze pasquali si va verso il tutto esaurito nelle strutture alberghiere degli otto paesi lacustri che si affacciano sulla sponda veronese del più grande lago d’Italia. Segni evidenti sono presenti nell’esplosione del traffico veicolare sulla Gardesana, ma anche nell’immediato entroterra con sempre più auto targate Germania. Non solo. Non è infrequente imbattersi in auto olandesi, danesi e svizzere. A gonfie vele sta andando anche a Malcesine dove il presidente dell’Associazione albergatori Malcesine Vittorio Mazzoldi è entusiasta. «Già nell’ultimo fine settimana di marzo, complice la maratona organizzata, abbiamo registrato il tutto esaurito. Da ieri si è aggiunta l’apertura del castello di Malcesine e della funivia che collega con i 1.760 metri di Tratto Spino sul Monte Baldo. Due attrattori di turisti di grande valenza per il nostro territorio», continua Mazzoldi proprietario di due alberghi: il “Baia Verde” in Val di Sogno e il “Venezia” in viale Roma in centro paese.«Fino alla domenica di Pasqua a Malcesine siamo a pieno regime e poi ci aspettiamo la flessione per ripartire con i ponti del 25 aprile e del primo maggio. I numeri sono molto confortanti in previsione futura ma già adesso anche trovare un parcheggio libero non è facile». Nel medio lago, a Bardolino, il “Solho Hotel” che ha aperto ieri registra il tutto esaurito. «È subito una settimana impegnativa, grazie anche a Vinitaly con clienti che rimarranno alloggiati fino a mercoledì. Poi ci sarà il cambio della guardia con i turisti che arriveranno sul Garda per le festività pasquali. I tedeschi al giovedì spengono i computer e scendono dal Brennero per raggiungere l’amato Gardasee. Tutto questo è di grande auspicio», conferma la titolare del quattro stelle superior Marta Ferrari. «Si sono avverati i pronostici che avevamo fatto nelle scorse settimane», interviene il presidente di Federalberghi Garda Veneto Ivan De Beni. «Non c’è il tutto esaurito, ma si tocca il 90% di occupazione, che potrebbe essere superato con le prenotazioni last minute. Siamo molto soddisfatti perché si stanno finalmente e definitivamente raggiungendo le occupazioni alle quali eravamo abituati in questo periodo, complice anche il Vinitaly. Nel complesso la stagione si prospetta buona, anche se i numeri definitivi si riusciranno a dare solo più avanti, ma l’approccio è molto buono e la destinazione sta riscuotendo successo», spiega il rieletto presidente della categoria che annovera circa quattrocento strutture delle Riviera degli Olivi. Un osservatorio che gli permette di fare valutazioni complessive, ma anche sottolineare le possibili campagne denigratorie. «Il lago di Garda basso non ci preoccupa perché viene garantita la balneabilità e la possibilità di trascorrere le ferie in tutta serenità», sottolinea.«Le strutture alberghiere non hanno alcun tipo di problema di approvvigionamento idrico. Spesso si confonde il problema della siccità e dell’emergenza idrica per l’agricoltura con quello del settore turistico. Purtroppo qualcuno cavalca un’informazione di tipo terroristico. Sono solo bugie», si accalora De Beni che pone poi l’accento sul personale. «Chi più chi meno ha ancora problemi nel reperire risorse umane. Sia chiaro meno dello scorso anno, ma ci sono strutture alberghiere e della ristorazione che non hanno ancora completato i ranghi per i pochi numeri. C’è infine il fenomeno increscioso, specialmente nella ristorazione, di “rubarsi” tra colleghi il personale. Un problema, quest’ultimo, che sento esserci anche a Verona e in molte parti d’Italia». A differenza del settore alberghiero nelle strutture ricettive all’aria aperta il grosso degli arrivi è atteso a partire da metà settimana. «Le previsioni sono buone anche se al momento non ho dati oggettivi in mano. Il movimento sulla strade non manca e come sempre molto dipenderà anche dal fattore meteorologico», sostiene Giovanni Bernini presidente dell’Assogardacamping, sodalizio affiliato alla Faita Veneto che riunisce proprietari di campeggi e complessi turistico ricettivi all’aria aperta della provincia di Verona: oltre una quarantina di strutture su circa sessanta presentii sul lago di Garda.
Pasqua 2023: un buonissimo avvio
Dopo due anni di limitazioni agli spostamenti, i turisti pernottanti sia in Italia che in Veneto stanno tornando ai numeri pre-pandemia. I dati registrano percentuali di occupazione importanti anche per il Garda Veneto per queste festività, con un picco per il weekend di Pasqua. Si conferma la tendenza sempre più diffusa alla prenotazione sottodata, con un aumento però della durata media del soggiorno. Tedeschi e italiani si confermano zoccolo duro delle presenze turistiche di questo momento.
La ricerca sul periodo pasquale realizzata da Federalberghi nazionale grazie a ACS Marketing Solutions delinea il profilo del viaggiatore attuale: attento e consapevole del valore del made in Italy e intenzionato a rendere la propria vacanza sostenibile, non solo in termini di costi e distanze. Tendenza che accomuna per questa Pasqua soprattutto gli italiani. 12 milioni i nostri connazionali in viaggio per queste festività di aprile, il 95,6% dei quali rimarrà nel Belpaese. Giro di affari di oltre 6 miliardi di euro.
Anche in Veneto i turisti pernottanti stanno tornando ai numeri che si registravano nel 2019, ultimo anno pre-pandemico e picco storico. Secondo l’ultimo rapporto statistico fornito dalla Regione, i turisti italiani stanno superando anche le cifre registrate pre-covid (+1,8%), ma stanno tornando anche gli stranieri. La provenienza UE27 mostra un segno positivo anche rispetto ai tempi precedenti alla crisi sanitaria (+2,6% delle presenze rispetto al 2019), in particolare tedeschi (+8,4%), austriaci (+6,7%), olandesi (+1,5%), belgi (+0,9%).
In Veneto sono soprattutto le destinazioni balneari e lacuali ad essere tornate ai flussi turistici pre-covid, con buonissime prospettive per l’estate e con una tendenza all’allungamento della stagione.
«A livello locale si sono avverati i pronostici che avevamo presagito nelle scorse settimane – afferma il nostro presidente Ivan De Beni –. Non c’è il tutto esaurito, ma si tocca il 90% di occupazione, che potrebbe essere superato con le prenotazioni last minute. Siamo molto soddisfatti perché si stanno finalmente e definitivamente raggiungendo le occupazioni alle quali eravamo abituati in questo periodo, complice anche il Vinitaly. Nel complesso la stagione si prospetta buona, anche se i numeri definitivi si riusciranno a dare solo più avanti, ma l’approccio è molto buono e la destinazione sta riscuotendo successo».
I dati del nostro OTGV relativi al Garda Veneto per il periodo pasquale e basati su un campione di una sessantina di strutture sparse su tutta la sponda del Garda Veneto confermano la soddisfazione della categoria per le prenotazioni registrate in questo periodo (+10,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), con un picco di occupazione per il fine settimana di Pasqua. Si conferma una generale tendenza alla prenotazione sottodata per la nostra destinazione, cosa che rende gli scenari ancora aperti al miglioramento. Si registra anche un leggero aumento della durata media del soggiorno: 4,6 giorni rispetto ai 4,4 dell’anno precedente, media più alta dispetto a quella nazionale per questa Pasqua, che si attesta sulle 3,6 notti. I turisti provenienti dalla Germania si confermano la fetta più importante del turismo pasquale sul Garda Veneto (45,3%), seguiti dai nostri connazionali (15,6%).