Già lo scorso anno la sponda veronese aveva registrato ottimi risultati. Il presidente degli albergatori De Beni: «Per gli hotel l’occupazione è già arrivata al 90 per cento» Ottima l’affluenza anche nei campeggi gardesani.
Ci si prepara ad una Pasqua quasi da tutto esaurito sul lago di Garda, dove si attende il pienone di turisti, italiani e stranieri, che in massa hanno prenotato nelle strutture ricettive della Riviera degli Ulivi che nei giorni scorsi hanno riaperto i battenti per il riavvio di una nuova stagione, su cui il settore guarda con estrema fiducia. Con l’avvio del lungo fine settimana pasquale, da Peschiera a Malcesine, alberghi e campeggi (oltre alle altre attività che operano nel comparto turistico) si avviano ad accogliere gli ospiti provenienti sia dall’Italia che dall’estero. Ivan De Beni, presidente di Federalberghi Garda Veneto, conferma le previsioni e impressioni dei giorni scorsi. «Per gli hotel ribadiamo una occupazione attorno al 90 per cento, tra nuove prenotazioni last minute bilanciate da qualche disdetta. Ma le premesse sono più che buone», afferma De Beni, da poco rieletto alla presidenza dell’associazione di categoria, che conta circa quattrocento strutture lungo l’area gardesana lungo la costa scaligera. Per gli alberghi la stagione turistica si presenta quindi sotto i migliori auspici, non solo per questa fase iniziale ma per tutto il periodo primaverile ed estivo.Le sensazioni più che positive si registrano anche tra chi lavora nei campeggi. Giovanni Bernini, presidente dell’Assogardacamping, gruppo affiliato a Faita Veneto che riunisce proprietari di campeggi e complessi turistico-ricettivi all’aria aperta della provincia di Verona, conferma: «Siamo vicini al tutto esaurito. Certi campeggi sono già pieni. L’affluenza è ottima pressoché ovunque. Già lo scorso anno si era assistito al primo vero anno post Covid, sebbene qualche turista fosse ancora indeciso. Ora tutto è tornato nella norma. Queste giornate soleggiate, seppure un po’ fredde, aiutano le prenotazioni last minute», afferma Bernini. «Insomma sarà un’ottima Pasqua, grazie soprattutto ai turisti stranieri, tedeschi in testa, che rappresentano lo zoccolo duro delle presenze. Non mancano comunque svizzeri, olandesi e francesi, senza dimenticare ovviamente gli italiani, che sono comunque in aumento», aggiunge il presidente dell’associazione delle strutture «open air» gardesane.Il trend positivo del comparto è confermato anche dai numeri consuntivi sulla stagione turistica dello scorso anno, con dati, forniti dalla Camera di Commercio, che si avvicinano ai livelli raggiunti prima della pandemia: nel 2022 in tutta la provincia di Verona le presenze sono state 17,1 milioni, pari quasi al 2019, e comunque il 32,8 per cento in più rispetto al 2021. Dopo un paio d’anni di turismo di prossimità, tornano in massa i turisti stranieri: 13 milioni le presenze, in crescita del 43,7 per cento rispetto allo scorso anno (5,3 per cento in meno rispetto al 2019). Le presenze italiane sono state 4,1 milioni, in aumento del 7,1 per cento rispetto al 2022 (in calo del 3,6 per cento rispetto al 2019). In questo quadro la parte del leone la fa proprio il lago di Garda, principale destinazione con 13,3 milioni di presenze (29 per cento in più rispetto al 2022 e 1,1 per cento in meno a confronto con il 2019). Di queste 11,1 milioni provengono da oltre confine e 2,2 milioni sono italiani. Segue la città di Verona con 2,4 milioni di presenze complessive (1,4 milioni quelle straniere, 1 milione le italiane).Nel resto della provincia scaligera, le presenze sono state 1,4 milioni nel 2022 (in forte ripresa sul 2021 con un incremento del 21 per cento, mentre rispetto al periodo pre-covid si registra un calo del 22,9 per cento).«Nelle due destinazioni Lago di Garda e Verona», afferma Paolo Artelio, presidente della Destination Verona & Garda Foundation, creata su input della Camera di Commercio di Verona, raggruppando 65 Comuni della provincia, che rappresentano il 91 per cento delle presenze turistiche complessive, «il turismo è già uno dei principali fattori di attrattività e nei territori identificati dai quattro marchi d’area (Lessinia, Valpolicella, Soave ed Est Veronese e Pianura dei Dogi) lo sta diventando. Il sistema della governance mira a valorizzare ciascuna delle destinazioni e dei marchi d’area, con le loro peculiarità ed eccellenze e a creare flussi dalle due destinazioni ai marchi d’area, ma anche con uno spillover inverso: anche i quattro marchi d’area possono influenzare l’andamento del turismo dei due poli principali, con turismo lento, slow, sostenibilità».