Di Katia Ferraro
Il comune del basso lago ha il più elevato rapporto tra presenze di visitatori e residenti La media annuale è di 1,5 ogni abitante.
Non è tutto oro quel che luccica. Vale anche per lo sviluppo turistico, che quando non è regolato mostra il rovescio della medaglia: il cosiddetto «overtourism» o sovraffollamento turistico. Fenomeno che investe il lago di Garda, come ha confermato il primo Rapporto sull’overtourism del Veneto illustrato ieri a Rimini da Federalberghi Veneto e dalla società di consulenza Sociometrica.
Dei 563 comuni veneti, 369 hanno una rilevanza turistica. La classifica dei comuni con maggior indice di intensità, cioè con il rapporto
più elevato tra presenze turistiche (numero di pernottamenti) e popolazione residente, è dominata dalle località gardesane: al primo posto c’è Lazise (la media annuale è di 1,5 turisti per ogni
residente) seguito da tre località marittime. Più sotto Bardolino (5° posto), Malcesine (6°), Garda (9°), Peschiera (10°), Brenzone (12°), Torri (16°) e San Zeno di Montagna (18°). Sul fronte della diffusione turistica, confrontando cioè le presenze con la superficie del comune, Venezia balza al primo posto seguita da Cavallino Treporti e Peschiera. Combinando i due indicatori (rapporto turisti/- residenti e turisti/superficie comunale) si ottiene la «Tourism Exposure», l’esposizione al turismo di una località: al primo posto c’è sempre Lazise seguito da tre località marittime, ma nella classifica rientrano nell’ordine anche Malcesine, Bardolino, Garda, Peschiera, Brenzone, Torri e San Zeno.
Dati sottostimati
«Ce l’aspettavamo», dice Ivan De Beni, presidente di Federalberghi Garda Veneto, «da anni insistiamo sul fatto che il “contenitore” rischia di riempirsi in modo disordinato e non sostenibile». A maggior ragione, riflette De Beni, considerando che l’analisi è stata condotta sui numeri ufficiali e che molte presenze legate agli affitti brevi rimangono sommerse, con la conseguenza che i dati sono sottostimati. «Siamo
molto preoccupati quando vediamo comuni che autorizzano nuovo consumo del territorio: fino a dove vogliamo spingerci? Quando i residenti sono stressati la località non è più accogliente e lo stesso turista non vuole trascorrere la vacanza in un luogo caotico».
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