Di Stefano Joppi
Mancano ancora i dati ufficiali, ma il 2023 si appresta a segnare l’anno record per la Riviera degli Olivi. Sul sito della Regione Veneto mancano i numeri registrati in dicembre, ma basta fare un semplice somma della presenza negli otto comuni che si affacciano sul Garda veronese per scoprire che in undici mesi si sono registrati 12 milioni 561 mila 293 presenze. Ovvero mezzo milione in più rispetto all’intero 2019 (12 milioni 46.299), anno pre-pandemico, e 432mila 256 presenze in più rispetto ai dodici mesi del 2022. La novità Per la prima volta, inoltre, la sola Lazise ha abbattuto i 4 milioni di presenze (4 milioni e 46.909). Più staccata Peschiera (2 milioni 393 mila e 55), tallonata da Bardolino (2 milioni 347 mila). Cresce anche Malcesine a quota un milione 135 mila 978 mentre a sorpresa calano, rispetto al 2022, Brenzone (437 mila 498) e Castelnuovo (905 mila 496) che perdono rispettivamente 8 mila 697 e 73 mila 274 presenze. Vuoti difficilmente colmabili con i dati di dicembre non ancora noti e comunque in un periodo che vede la quasi totale chiusura delle strutture ricettive sul lago di Garda. In attesa dei dati ufficiali, Federalberghi Garda Veneto, associazione che raggruppa 400 strutture alberghiere benacensi, sottolinea: «Per la prima volta, congiuntamente a Verona città, superiamo i 18 milioni di presenze l’anno (14 milioni solo sul Garda Veneto, dato comprensivo dei paesi dell’entroterra, ndr), con un incremento di quasi il 7% sugli arrivi e del 5,5% sulle presenze rispetto al 2019». «Continuano da Federalberghi Garda-Veneto: «Dalle statistiche regionali vediamo che il nostro territorio ha risposto bene all’impatto del Covid e alla successiva ripresa: lo ha fatto in modo migliore rispetto a ogni altra destinazione del Veneto». Il Garda si mantiene così la seconda destinazione turistica della Regione per presenze. Il turismo estero rappresenta più dell’80% del totale delle presenze, con un +7% nel 2023 rispetto all’anno precedente, per un totale di 11 milioni di stranieri. Il mercato interno è invece assestato attorno ai 2 milioni di italiani. «Sono dati che ripagano il grande sforzo fatto da tutta la nostra categoria per mantenere questa destinazione competitiva sul mercato nazionale e internazionale», sottolinea Ivan De Beni, presidente di Federalberghi. «Certo dobbiamo migliorare ulteriormente la già alta qualità dei nostri servizi e, come associazione, essere ancora più presenti in ciascun ambito aziendale di ogni tipologia di classifica alberghiera. Non dobbiamo dimenticare», aggiunge, «la vocazione del turismo familiare della sponda veronese del Garda e se per valori assoluti siamo in linea con il 2019, nel 2023 perdiamo qualche pernotto (-4%), mentre l’extralberghiero registra un trend in sensibile aumento (+11%)». Occupazione cresciuta Soddisfatto anche Paolo Artelio, presidente della Destination Verona&Garda Foundation. «I dati del nuovo Osservatorio turistico Verona Garda ci dicono che per la parte alberghiera l’occupazione è cresciuta fino al 78,1% nel 2023 (nel 2019 era al 75,6%, ndr) e che gli hotel hanno fatto un gran lavoro nella digitalizzazione, visto che le prenotazioni dal sito web della struttura sono diventate più del doppio. Altro dato interessante è che il tasso di occupazione acquisito per il periodo aprile-ottobre 2024 è quasi 6 punti in più rispetto al 2023 e che le prenotazioni solo nell’ultimo mese crescono del 7,7%».Utile ricordare poi», aggiunge, «che c’è finalmente la parte di dati sui movimenti nei campeggi e nell’extralberghiero. Per la prima volta, grazie agli strumenti di cui si è dotata la Fondazione, possiamo rilevare che tra B&B, appartamenti e altre tipologie il soggiorno medio è poco superiore agli 8 giorni (aprile-settembre 2024), con una tariffa media giornaliera sui 205 euro a notte e un totale di ricavi mensili che sfora già i 4 milioni di euro di media».
L’Arena, 23 febbraio 2023, p. 29