Nelle strutture alberghiere della sponda veronese del Garda luglio si chiude con il 75% di occupazione media, dato in flessione di dieci punti percentuali rispetto al 2022 ma di qualche punto superiore allo stesso periodo del 2019. Ed è questo, concordano gli operatori del settore, il termine di paragone con cui confrontarsi perché non falsato dalle dinamiche post Covid che hanno inciso sull’andamento record della passata stagione. Bilancio del mese in corso e andamento previsto per agosto sono forniti dall’Osservatorio del turismo del Garda Veneto (Otgv) analizzando i dati forniti da un campione di oltre 60 strutture ricettive sulle 400 associate a Federalberghi Garda Veneto. Stabile la durata media della vacanza (4,5 giorni), mentre entrando nel cuore della stagione il costo delle camere è aumentato del 5-6%: a metà luglio il prezzo medio per camera era di circa 170 euro con colazione inclusa. Si registra un calo dei tedeschi rispetto allo scorso anno, ma non è un segnale d’allarme perché in linea con quanto sta avvenendo in altre destinazioni. Gli ultimi dati sulle tendenze dei turisti europei, riferisce l’Osservatorio, mostrano che austriaci, svizzeri e tedeschi si distinguono in questo momento per essere i più indecisi rispetto ad altre nazionalità più desiderose di viaggiare. Negli hotel gardesani spiccano gli inglesi, ma si nota anche l’aumento di polacchi soprattutto nell’alto lago. Le aspettative«Siamo in linea con il 2019, per questo non siamo preoccupati», spiega il presidente di Federalberghi Garda Veneto Ivan De Beni, «a inizio stagione le nostre aspettative erano “drogate” dai risultati record dello scorso anno, che pensavamo di uguagliare se non di superare». Ma nel 2022, ricorda De Beni, c’erano ancora gli strascichi del Covid «con problematiche sulle lunghe distanze e certe destinazioni ancora chiuse, mentre ora i mercati si sono assestati». Presto per capire quanto e come la recessione che vive la Germania possa influire sulla scelta di andare in vacanza. «Nell’alto lago eravamo abituati a numeri più cospicui di presenze in questo periodo», dice Vittorio Mazzoldi, presidente dell’Associazione albergatori di Malcesine e vicepresidente di Federalberghi Garda Veneto, «sono calati i tedeschi, ma sono aumentate altre nazionalità tra cui gli inglesi, i cecoslovacchi e i polacchi». Per il basso Garda parla Claudia Speri, presidente dell’Associazione albergatori di Peschiera e Castelnuovo: «C’è un calo di tedeschi e olandesi, a luglio più presenti». I dati fanno ben sperare per agosto: «A oggi l’occupazione nella nostra zona è sul 60%, più o meno come lo scorso anno, perché la clientela prenota sempre più sotto data», rileva Speri. «Siamo tra il 60 e il 65% nell’intera destinazione», conferma De Beni, «l’auspicio è arrivare all’80% come nel 2019», che registrò comunque il picco di arrivi e presenze rispetto agli anni precedenti. L’andamento è confermato anche nel settore del turismo all’aria aperta: «Siamo il linea con l’andamento storico, le prenotazioni ci sono e le previsioni sono buone anche per agosto, non vedo problemi se non il meteo capace di influenzare molto», osserva Giovanni Bernini, presidente di AssogardaCamping, che riunisce quaranta strutture della costa veronese. «Ci sono parecchi olandesi e siamo tornati a registrare un buon numero di danesi, con polacchi, cechi e slovacchi in aumento».